Non chiamatela scaramanzia. E’ molto di più. E’ disillusione, “paura” di “soffrire” ancora una volta, soprattutto se le emozioni sono forti, autentiche, vere. Nino D’Angelo, quel “ragazzo della curva B” rimasto eguale a quarant’anni fa, vuole scrivere una nuova storia, ma vive con il terrore di disilludersi che sovrasta ogni altra forma d’emozione. «Guardi, io ho bandito dal mio vocabolario una parola che comincia per s e finisce per o, è composta da otto lettere e potete anche immaginarla ma guai scriverla. Io ho visto, nel 2018, quella cosa lì da vicino, dopo la vittoria di Torino, e poi non l’ho vista più una settimana dopo».
«Io mi fido di Spalletti, della sua capacità di gestire una squadra forte e con lui fortissima, delle sue letture, dei suoi cambi, delle sostituzioni che fa, delle vittorie che ci regala. E poi mi fido anche di Koulibaly, del quale mi piace tutto: la sua umiltà, la sua sensibilità, il colore della sua pelle e le battaglie che ha intrapreso, sempre. Un uomo così, due uomini così, non possono che portare a Napoli… No, non si dice».
Fonte: CdS