Bruno Conti. Il più brasiliano dei nostri. Il miglior calciatore di quel Mondiale, quello spagnolo del 1982, così lo definì Pelè. uno che di calcio ne mastica un po’. Una squadra, quella di una vita, la sua Roma, dal 1973 ad oggi. Una storia vera di calcio e di vita, da raccontare, come ha fatto Conti con Giammarco Menga nell’autobiografia del campione di Nettuno. “Un gioco da ragazzi” (Rizzoli, pagine 200, euro 17). Un libro un cui si racconta di Bearzot e Liedholm, dello scudetto vinto e delle incomprensioni con Ottavio Bianchi, dell’amicizia con Maradona e del Mondiale del 1982. Oltre che della sua famiglia.