Uno dei giorni più brutti per il calcio italiano, il 10 novembre 2017. Marco Parolo c’era. Era in campo durante la partita che di fatto ha rappresentato l’Apocalisse: Italia-Svezia 0-0, in pratica l’esclusione dai Mondiali. Stasera l’Italia sarà in campo per il play off e Marco Parolo, ora opinionista Dazn, guarderà la gara da spettatore-tifoso.
Ma lei che sensazioni ha per stasera? «Buonissime sensazioni. Anzi, sono molto ottimista».
Come mai? «Ci sono tutte le condizioni. A partire dal fatto che si torna a giocare in uno stadio caldissimo come quello di Palermo che darà una grande spinta».
E poi c’è ovviamente l’aspetto tecnico… «Mancini ha costruito un gruppo vincente e coeso. Il successo all’Europeo non è stato casuale. Il ct fin dal primo giorno ha imposto la sua idea e poi vincere ha dato consapevolezza. Ora c’è un gruppo».
Nel 2017 mancava? «Non c’era alchimia. Non eravamo uniti come all’Europeo di Conte. E questo ha fatto la differenza»
E cosa vede di diverso tra quella e questa Nazionale? «Grande coesione anche con l’allenatore. Mentre con Ventura era stato un po’ stravolto tutto il lavoro fatto con Conte. E soprattutto c’era una grande negatività attorno all’ambiente e non parlo solo della squadra: anche il ct e la Federazione».
Ovvero? «Sa fare ancor di più la differenza, ha personalità e lo sta facendo vedere con il Napoli. E poi ha una motivazione in più per centrare il Mondiale: sa che andando in Canada, questa potrebbe essere la sua ultima chance in azzurro».
In difesa non ci sarà la coppia Chiellini-Bonucci, simbolo dell’Europeo: quanto mancherà? «Nella partita contro la Macedonia non possiamo sentire la mancanza di loro due: la squadra deve giocare bene e fare gol».
Il segreto per riuscirci? «L’asse Jorginho, Verratti, Insigne può fare la differenza con il fraseggio stretto per aprire spazio a Immobile e Berardi. Ma per me l’assenza più pesante sarà Di Lorenzo. Si è preso il posto in silenzio, ma all’Europeo ha equilibrato tantissimo».
B. Majorano (IL Mattino)