Avv. Grassani sulle plusvalenze: “Per il Napoli, al massimo, rischio ammenda”

L’avvocato Mattia Grassani, legale di fiducia della SSCN, è intervenuto ai microfoni di “Si gonfia la rete” ed ha parlato soprattutto di Osimhen, in merito alla squalifica e alla questione plusvalenze:

“Ricorso Osimhen? Quando c’è una giornata di squalifica il ricorso non si può proporre, salvo scambi di persona o clamorosi errori procedurali. Non è questo il caso che ci comporta. Leggendo il comunicato del Giudice Sportivo non posso che aderire alla sua posizione, salvo cataclismi o cambiamenti improvvisi.

Questione plusvalenze? I fatti sono seppur a bassa intensità, abbastanza risalenti. Dal 21 febbraio la Procura Federale ha comunicato a 11 club una conclusione di indagini nelle quali sono contenute numerose operazioni più o meno incrociate tra club calcistici, c’è anche l’operazione di acquisizione delle prestazioni sportive di Osimhen con parziale contropartita tecnica di 4 calciatori del Napoli, cioè Karnezis, Palmieri, Liguori e Manzi. Indagine dal nostro punto di vista dovuta, tutto nasce da un’indagine per la Juventus, con la magistratura ordinaria che tutt’ora sta indagando. L’operazione Osimhen non può rappresentare un’operazione fittizia o una plusvalenza fittizia, ci sono già state audizioni.

Saremo pronti a difenderci nel caso il club venga deferito ma vogliamo tranquillizzare, il caso al Napoli può portare al massimo al rischio di un’ammenda. Benefici sul bilancio non ce ne sono stati, il Napoli si è iscritto regolarmente al campionato. Secondo noi il Napoli ha speso bene, secondo la Procura il valore di Osimhen era eccessivo. Karnezis e gli altri sono calciatori veri, questa è la nostra forza e tranquillità. Qualora si dovesse ritenere che i valori non sono conformi al mercato – e poi ci dovrebbero dire com’è il mercato – le conseguenze sarebbero di ammende, anche contenute, perché di benefici sul bilancio non ce ne sono stati.

Nel mercato come quello degli atleti non ci può essere una stima del valore: il rendimento, l’attitudine al ruolo, il collocamento nello schema rispondono a parametri totalmente arbitrari e legati al momento. Il filo conduttore di questa indagine è sempre quello: se ci sono giocatori veri e non sono giocatori a specchio, non vediamo che tipo di irregolarità possa avere commesso il Napoli, sotto ogni profilo. Anche come rappresentazione dei valori di bilancio. Se Osimhen lo valuto 70 milioni e lo pago 50+20 di contropartite ore vale 100, 110 milioni, spiegatemi voi dove sta la plusvalenza fittizia. Sono logiche del momento, legate anche alla creatività e alle scommesse di un presidente.

Peraltro quella di Osimhen è un’operazione isolata. Il Napoli ha tirato fuori dei soldi, al massimo si può dire che abbia pagato di più un giocatore che valeva di meno. Sentenza Bosman? Una svolta senza ritorno, ha determinato la libera circolazione dei lavoratori e fatto arrivare le società sportive a diventare SPA. Purtroppo il calcio ha mostrato un’incapacità cronica a saper generare costi virtuosi. Se incasso 100 milioni e ne spendo 130 il sistema non può autoalimentarsi. Progetti di riforma ce ne sono. Qualcosa si sta muovendo. Per me bisogna superare l’istituto del lavoratore subordinato calcistico. I calciatori non possono essere dipendenti come un operaio. Sono attori, artisti, protagonisti, liberi professionisti di uno spettacolo. Non possono diventare dipendenti comuni. Questa cosa è superata da anni ma non viene recepita.

Anche le società sono superate per concetto. Abbiamo società quotate in Borsa e altre invece monodimensionali”.

sigonfialarete.com

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