Uno stadio Maradona che letteralmente trema, ondeggia e rimbomba di gente impazzita con gli occhi fuori dalle orbite, per la doppietta di Osimhen e che torna a cantare come ai bei tempi quella specie di inno alla gloria che è un giorno all’improvviso.
«Abbiamo vinto perché i nostri tifosi sono montati addosso al risultato»,
si toglie il cappello Luciano Spalletti. Ha ragione. La prima storia delle nove che deve scrivere a Napoli hanno una dedica speciale: al pubblico ritrovato. Il calcio sarà pure sempre denaro e infernali giochi strategici, ma rimane una irripetibile emozione collettiva, quando si vivono pomeriggi così. Con quasi 40mila persone a urlare al 96′ come una liberazione, a imprecare per il giallo a Osimhen. Nulla è mai sembrato perduto. E questa aria di alta classifica riempie i polmoni. Bergamo è lontana: dopo la sosta, non ci saranno Osimhen e Rrhamani, squalificati. E probabilmente anche Di Lorenzo.
Spalletti, una vittoria fondamentale questa con l’Udinese?
«La reazione dopo essere ancora una volta tornati in svantaggio è stata importantissima: abbiamo mantenuto la lucidità giocando con qualità, facendo un gran gol, il secondo, con lo stadio che non ci stava a dover sopportare un altro risultato negativo. Ce l’abbiamo messa tutta per ribaltare. Ed è stato grazie ai nostri tifosi».
La prima storia come è andata?
«Un bel finale, direi. Scritta bene. Ma mica possiamo ora ripensare a questa: ci aspetta adesso un’altra, da scrivere sempre bene come quella di ieri con l’Udinese».
Primo tempo non proprio semplice, non trova?
«Non era un avversario facile. Però stavolta le cose sono andate come volevamo noi: anche altre volte, dopo aver preso il gol in casa, abbiamo creato pressione alla squadra avversaria, ma ieri siamo stati anche lucidi ed equilibrati. E la mano ce l’ha data lo stadio. La vittoria era quella che volevamo. Ed è un risultato importante».
Zanoli è pronto?
«È un giovane calciatore che diventerà fortissimo perché ha qualità. Poi, chiaro, che non gioca per un anno intero, può abbassare il livello di autostima, invece so quella che è la sua qualità e prima di entrare in campo glielo ho urlata: sei forte, so quanto vali, lo so bene. E ho avuto ragione».
Cosa è Osimneh per voi?
«Va spesso oltre quelle che sono le sue potenziali. Ha vampate che lo trascinano oltre ogni suo limite, lui spesso ha la forza di andare al di là. Lo abbiamo persino sfruttato poco ieri pomeriggio, meglio nelle palle buttate in mezzo di testa. Lui sorprende sempre: quando pensi che sia al massimo, ecco che riesce a darti una mano per far respirare la squadra. È forte ma guai a mandarlo mandate troppo in là… sennò non riusciamo ad andare forte come lui».
Ci pensa mai che con Osimhen sempre disponibile il Napoli poteva essere primo in classifica?
«È uno di quelli che ci è mancato. Bisogna avere 18 giocatori sempre disponibili in queste competizioni. Lui non lo abbiamo avuto per tanti motivi ed è importante perché ci mette testa e piede».
Il giallo proprio è una esagerazione?
«Ha la mano che gli cade dietro. Può essere persino un fallo involontario».
Mertens fondamentale per questa rimonta?
«È entrato bene, nel momento e nella partita adatta. Quando la palla la gestiscono gli altri, difficile usarlo come serve. Ma c’è la sua mano in questo risultato. Poi, però, devo pensare all’equilibrio. Nel secondo tempo lo abbiamo fatto perché dovevamo rimontare e ogni volta che toccava palla è successo qualcosa di importante».
P. Taormina (Il Mattino)