Per un periodo, in un dicembre nerissimo, tra infortuni, Covid ed accidenti vari, il Napoli ha scoperto l’allergia al «Maradona», si è dovuto piegare all’Atalanta, poi all’Empoli e infine allo Spezia, in tre domeniche seriamente bestiali, che hanno sottratto punti, leggerezza e quella serenità interiore che può servire, per lanciarsi dentro ad una favola. È il calcio del Terzo Millennio, a volte si dimentica tutto ciò ch’è accaduto, pure i boomerang che si sono abbattuti su una squadra piena di calcio verticale, di palleggio, di talento. C’è un lembo dello scudetto che rimane ad oscillare tra i rimpianti di quelle quattro sconfitte al «Maradona» – il Milan e la Juve sono arrivate a tre; l’Inter sta a due, tra le prime otto solo l’Atalanta ha dovuto sopportare le stesse sofferenze – e però per togliersi la polvere dalle spalle, il Napoli è riuscito a fare meglio di chiunque in trasferta (dieci vittorie, quattro pareggi) e a risistemare il suo umore, almeno sino a quando il «diavolo» non ci ha messo la coda, dieci giorni fa.
Fonte: A. Giordano (Cds)