Tiziano Pieri, moviolista per la Rai, ha diretto in serie A dal 2001 al 2008. Oggi che osserva dall’esterno e giudica l’operato dei suoi ex colleghi si è fatto un’idea molto chiara sul momento che sta attraversando la classe arbitrale italiana, a partire dall’errore per il rigore non concesso al Torino nella gara di domenica sera contro l’Inter.
Chi ha sbagliato?
«Le colpe sono divise tra arbitro e Var, ovvero tra Guida e Massa».
Più in particolare?
«Guida, che peraltro fino a quel momento aveva arbitrato in maniera impeccabile una gara tutt’altro che facile, è sembrato sicuro della sua chiamata in campo e quello è il primo errore. Ma chi era davanti al monitor si doveva chiedere: È un chiaro ed evidente errore?. Massa non si sarà fatto questa domanda».
Come mai?
«Non ho gli strumenti per poterlo dire, ma una cosa è certa: davanti al monitor questo episodio non ha nulla di dinamico, non ci può essere interpretazione arbitrale. Ranocchia sbaglia l’intervento e colpisce Belotti. Ecco perché Guida ha colpe nella lettura arbitrale, ma ha una scusante in più rispetto al Var, che è il grande responsabile dell’errore. E credo che questo sia il più grande della stagione».
Ma da qui alla fine del campionato con che umore andranno in campo gli arbitri?
«Non penso ci sarà un cambiamento di umore e di atteggiamento. Quando fai un incidente in macchina, tu che l’hai fatto quando risali in macchina vai un po’ più piano. Il problema potrebbero averlo Guida e Massa, ma sono arbitri esperti».
E il designatore Rocchi?
«Ha intrapreso una strada complicata, ma meritoria: cambiare mentalità agli arbitri che prima erano molto propensi ad assegnare calci di rigore. Rocchi ha cercato di trovare un equilibrio dando nuove direttive ai giovani in crescita. Per costruire un arbitro ci vogliono tante partite e Rocchi deve valorizzare i giovani. Poi, ovviamente, alcuni rispondono, altri meno. Certo, fa effetto vedere che questa volta a sbagliare siano stati due tra i più esperti. L’unica speranza è che avendo una personalità forte si metteranno alle spalle in fretta questo errore clamoroso e grossolano».
In che modo avrebbe potuto intervenire il Var?
«Bisogna conoscere bene i protocolli e il margine di intervento di chi è al monitor. Poi, ovviamente, ci sono episodi come il gol di Udogie in Milan-Udinese dove al tocco di mano ci siamo arrivati noi dopo un lungo studio dell’unica immagine buona a disposizione. Io, però, faccio il moviolista e ho più tempo per analizzare le immagini, chi è in sala Var ha un lasso temporale molto ridotto per aiutare l’arbitro in campo. A Torino tutte le inquadrature chiarivano la dinamica. Il Var doveva richiamare l’arbitro alla on field review e cambiare il giudizio dato inizialmente in campo».
Che voto darebbe a Guida?
«Sono sempre dell’idea che l’episodio non fa prestazione arbitrale, ma è come giudicare un calciatore che fa una grande gara e poi sbaglia un rigore. Questo rigore era decisivo per vincere la partita? Sì, allora dai 5,5. La stessa cosa vale con gli arbitri. Detto questo non va dimenticato che gli arbitri sono essere umani e per tanto non sono infallibili. Il Var deve aiutare a ridurre il margine di errore».
B. Majorano (Il Mattino)