Il 4-3-3 predisposto da Spalletti stringe talvolta in un 4-5-1 di contenimento che è fondamentale per arginare
La palla, gli azzurri, dopo averla sgraffignata la masticano sempre con sapienza, mentre quelli dell’Hellas si spolmonano per tappare i buchi. Costa tanto rubar palla al Napoli, non sempre riesce alla squadra di Tudor: stavolta gli azzurri piacciono dal primo all’ultimo minuto perché controllano ogni cosa con le tempie che pulsano per la fatica. Poi la differenza la fa Osimhen, alla sua quarta rete di testa consecutiva, tutte e due sugli sviluppi di una rimessa laterale.
Mai il Napoli dà la sensazione di poter perdere punti qui al Bentegodi, nonostante il clima degli spalti e i cori insopportabili delle tifoserie.
6 Ospina
Prende un pestone da Ceccherini e stringe i denti perché la mano deve fargli davvero male: sul gol di testa di Faraoni può davvero poco anche se tenta il disperato intervento. Per il resto appare sempre assai concentrato e attento, anche nel finale quando oltre a qualche mischia la squadra di casa non va.
7,5 Di Lorenzo
Che fulmine, che strapotere Robocop: vede Ceccherini che butta via la palla in tribuna come se stesse giocando a calcetto e si getta nella mischia per il traversone del 2-0. Poi è scaltro come pochi, ha testa e piede fatato e ormai sa di avere tutte e due le doti. Lotta e governa ogni situazione. Autentico fenomeno.
6 Rrahmani
Fa argine alla sua maniera, ovvero qualche volta in modo confuso perché tende sempre ad andare fuori posizione. Ma Simeone va in tilt: in ogni caso accorcia, tampina e tampona e qualche volta scende anche in attacco ma è meglio se resta al suo posto perché a ogni avanzata la difesa a un po’ traballato.
6,5 Koulibaly
Sbarra più volte la strada agli attaccanti del Verona soprattutto a Caprari che vive un pomeriggio da incubo. Aggressivo e concentrato come praticamente gli capita quasi sempre: spazza e respinge che è un piacere, a volte con ferocia e a volta con qualche affanno. Ma è una indomita sicurezza.
5,5 Mario Rui
Faraoni lo segue da qualsiasi parte, anche quando si accentra ma l’esterno dell’Hellas lo beffa sul gol prendendolo alle spalle e lui commette una discreta ingenuità. Il portoghese su certe palle proprio non c’è mai. Un punto debole. Poi prende la traversa calciando con il piede destro.
6,5 Anguissa
C’è Ilic su di lui, corre a scalare, tampona le percussioni e fa una diga spaziale davanti alla difesa che, praticamente non consente giocate in avanti. Appoggia anche con diligenza l’inizio della manovra, con tocchi mai imprecisi. Non dà segnali di cedimento neppure nel secondo tempo.
7 Lobotka
Mostruoso anche in interdizione, è ovunque e con enorme presenza. Ha una lettura rapida delle incursioni di Barak, anticipa anche i suoi pensieri e quelli di tutti gli altri. Scaltro, buon passo, sempre al posto giusto: magari quando corre non gli dai una lira, ma non lo prende nessuno.
6,5 Fabian Ruiz
Accorcia sulle seconde palle, dando sostegno a ripetizione e soprattutto dando ragione a Spalletti che ha scelto il centrocampo a tre. Stavolta non cede col passare dei minuti nel ritmo. Ha due occasioni super nel primo tempo per chiudere la partita ma non è preciso.
6,5 Politano
Ceccherini è tenero, certo, e gli apre una autostrada sul primo gol, ma il suo cross è morbido, un cioccolatino, come quello a Venezia. Perché i suoi sono piedi dolci. Sembra faticare sulla fascia ma se la cava sempre sia in fase di sostegno che di affondo. E si passa poco dal suo lato. Anzi, mai.
7,5 Osimhen
Quando corre sembra essere tornati nel selvaggio west, ma lui fa l’indiano e il cow boy contemporaneamente, senza preferenza: se l’essenza del calcio è il gol, lui ne segna due straordinari. Gunter fa una figuraccia al suo cospetto. Poi fa anche tanti pasticci, ma in pomeriggi così cala il perdono.
5,5 Lozano
Qualche gioco di prestigio ma pure errori grossolani come nella scelta di un contropiede tre contro due comunque iniziato proprio da una sua magia. Un po’ meno di distanza di altri, lui di veleno non ne ha messo come gli altri ma comunque era reduce da un lungo stop per un problema alla spalla.
6,5 Elmas
Geniale sulla rimessa del 2-0, ha una grande occasione ma Montipò ha un grande riflesso. Comunque sembra saltellare tra una parte e l’altra del campo, pieno di entusiasmo e voglia di mettersi in mostra. Brillante anche se qualche volta disordinato e in alcuni momenti anche tatticamente disattento.
6 Insigne
Entra bene, punta gli avversari, se li tira indietro. Certo, lui è Lorenzo Insigne quindi queste sono solo briciole di quello che può e che deve fare da qui alla fine della stagione. Come sempre dà una grossa mano alla cerniera di sinistra e il Bentegodi lo accoglie con i tradizionali fischi. Questi sì che a Toronto non mancheranno.
sv Zielinski
Poca, pochissima roba. Se questo è il contesto tattico, il polacco rischia di scivolare fuori dai titolari. Perché il test con il Verona dimostra che questa squadra quando mette peso a centrocampo va assai meglio, soprattutto perché diventa meno prevedibile. Buon passo ma non fiorisce.
sv Petagna
Batte ogni record. Evidentemente si riscalda male, commette un errore pesante sotto questo aspetto. Poi ne fa un altro: quando si accorge dell’infortunio, invece di gettarsi a terra immediatamente e far fermare il gioco si trascina. Una piccola ingenuità perché per un po’ il Napoli resta in dieci.
sv Ghoulam
Pronto in pochi secondi, ovvio che la principale attenzione è quella di evitare di commettere delle disattenzioni. Si piazza davanti alla difesa con il compito di chiudere ogni varco possibile. Quanto entra l’Hellas è in dieci e anche in balia dei propri nervi che sono saltati inseguendo chissà quali errori dell’arbitro.
7 Spalletti
Due gol su rimessa laterale. Voleva una partita sporca e l’ha avuta. Voleva il veleno e lo ha trovato, cercava la scossa e la squadra gli ha risposto presente. Si affida al 4-3-3 perché vuole anche lui – come Pioli ha fatto con lui – per prima cosa annullare l’Hellas che con quei tre là davanti ha seminato disastri in serie A. E lì davanti la palla non arriva praticamente mai. Dando un senso di controllo totale della partita.
P. Taormina (Il Mattino)