Tornato dall’infortunio e dalla Coppa d’Africa, Anguissa si riprende la scena a Verona e fa capire a tutti quanto uno con le sue caratteristiche, unico nella rosa del Napoli, serva non solo contro una squadra fisica come quella di Tudor, ma soprattutto per tranquillizzare una difesa in affanno negli ultimi tempi.
UN CURRICULUM “PARTICOLARE” – Facciamo un passo indietro e pensiamo a come è stato accolto questo gigante camerunense di 184 cm: arrivato in punta di piedi negli ultimi giorni del calciomercato estivo, subito i tifosi si sono chiesti se era la scelta giusta per sostituire l’infortunato Demme. Il motivo? Aveva “fallito” al Fulham, con cui era retrocesso in Championship, che l’aveva dato in prestito al Villareal dopo la stagione 2018/2019. Perché questi giudizi affrettati vittima del pregiudizio che, se non sei riuscito ad affermarti nel campionato inglese (il più fisico e con un tasso tecnico più elevato al mondo), sei un “fallito”?
POCHI MINUTI PER FARLI INNAMORARE – A Spalletti serviva un centrocampista e questo gli hanno dato: Lobotka infortunato e lui subito titolare con la Juventus. Gli bastano pochi minuti, una trafila di colpi di tacco e chiusure provvidenziali per far ricredere tutti i tifosi e farli innamorare. Da allora diventa imprescindibile nell’undici titolare e solo l’infortunio con l’Inter riesce a fermarlo nella sua ascesa. Ora che è tornato a pieno regime, sarà una carta fondamentale nel centrocampo partenopeo, ma cerchiamo di capire anche il perché.
UN OCCHIO AI NUMERI – Se si dà uno sguardo alle statistiche di Anguissa, in qualunque squadra abbia giocato, si noterà un interessante particolare: ha una percentuale di contrasti vinti sempre superiore al 50% (59% in Liga, 60% in Serie A, 66% in Premier League). Questo significa che è abile nel recuperare palla, tenerla, gestirla e smistarla nel modo giusto senza andare in affanno. Inoltre, quando c’era lui a fare coppia con Fabian davanti alla difesa, il Napoli concedeva poco agli avversari, subendo meno tiri e gol (ad esempio, contro il Cagliari e il Milan ne ha concessi, rispettivamente, 13, di cui 5 in porta, e 12, di cui 7 in porta, mentre contro il Verona 8, con solo il gol di Faraoni nello specchio). Nel centrocampo a due o in quello a tre, riesce a giocare sempre a offrire una copertura adeguata alla difesa e far ripartire l’azione se necessario, concedendosi anche qualche offensiva che crea imprevedibilità alla manovra azzurra. Ormai è chiaro, il ritorno di Anguissa è una manna dal cielo. E Spalletti ringrazia.
Di Simona Ianuale