Il Verona nelle ultime tre sfide contro i partenopei avevano raccolto ben cinque punti su nove disponibili, con due pareggi esterni e un successo interno.
Si è giocato ieri pomeriggio alle ore 15:00 allo stadio “Bentegodi” la sfida tra il Verona e il Napoli, valida per la 29° giornata del campionato di Serie A. Match importante per comprendere le reali ambizioni dei partenopei dopo la pesantissima sconfitta casalinga contro il Milan che ha smorzato gli entusiasmi della piazza. In casa Verona invece mister Tudor voleva regalare uno scalpo eccellente alla sua città. Alla fine sono i campani ad essersi imposti col punteggio di 2-1 grazie a una doppietta di Osimhen mentre gli scaligeni hanno accorciato con Faraoni.
Ecco i principali spunti del match:
- La vergogna: non è soltanto uno striscione quello esposto ieri mattina nei pressi dello stadio dai tifosi del Verona in cui si fornivano le coordinate ai soldati russi per bombardare Napoli (qualcosa di disgustoso di questi tempi), ma molto più. E’ un vero senso di inferiorità sia sportiva che culturale che mai sparirà dalla testa di certe persone (ovviamente non tutta la città). Sarebbe bello che questi “fenomeni” almeno una volta nella vita ci mettessero la loro faccia, ma solitamente i vigliacchi devono la loro fama alla codardia. Attenzione che non si faccia passare questi episodi per un gesto estremo e goliardico da parte della curva veronese, perchè ieri gli ululati razzisti verso i calciatori del Napoli arrivavano soprattutto dalla tribuna, dove dovrebbe esserci gente di un livello culturale superiore. Purtroppo a furia di condividere idee bossiane e persino i percorsi di studio del “Trota” (non credo oltre la scuola dell’obbligo) questi sono i risultati. Povera Italia…
- La domenica “nera”: se quei galantuomini presenti ieri al Bentegodi hanno manifestato per novanta minuti odio verso la città di Napoli con ripetute offese, immagino che pomeriggio da incubo abbiano vissuto dalle 15 in poi. Non solo sconfitti con merito (ma non parliamo ancora di calcio), ma si sono nascosti da codardi quando sfidati testa a testa da Koulibaly che si è portato la mano sull’orecchio per far capire di non aver paura. Ancora peggio tornare a casa con la coda tra le gambe per colpa di una doppietta di Osimhen, già un nigeriano “colorato” che li ha purgati ben due volte, andando prima a fotografare la sua curva e poi ad esultare con i propri supporters a fine gara. Meglio chiudersi in camera a piangere…
- Lo “sconto” a Dazn: il calcio in diretta da ormai tanti anni per essere visto richiede la sottoscrizione di un abbonamento a un network, quest’anno l’esclusiva è passata a Dazn. Quello che i tifosi di tutte le squadre (ad eccezioni delle tre strisciate) dovrebbero fare è chiedere un forte sconto all’emittente perchè non è possibile ascoltare ogni domenica le “tendenziose” e fastidiose dichiarazioni di marelli (in minuscolo perchè il maiuscolo è roba seria). Ieri si è affannato ad intervenire per dire che l’arbitro aveva sbagliato nell’occasione dell’espulsione di Ceccherini, mentre una settimana fa aveva giudicato in Napoli-Milan similari gli episodi da rigore su Bennacer e Osimhen (roba da stracciare il tesserino AIA). Visto che l’accordo con l’emittente streaming è triennale, per rispetto nei confronti dei tifosi sarebbe necessario rimuovere immediatamente questo signore dal suo posto e rispedirlo su emittenti locali nordiche (suo naturale palcoscenico) per raccontare i torti subiti dalle sue “amate“.
- I bodyguard: dopo almeno tre punti in cui ho sfogato la mia indignazione per certi comportamenti, è arrivato il momento di parlare di calcio. Dove ha vinto la partita il Napoli? Tante chiavi di lettura saranno proposte, la mia è legata alla scelta di schierare un centrocampo a tre, dove tutti sapevano sia interdire che costruire gioco. In particolare la mossa di mettere Lobotka e Anguissa a contenere i due trequartisti del Verona e lasciare più libertà a Fabian per disegnare gioco ha certamente pagato i suoi frutti. I gialloblù non hanno praticamente mai tirato in porta e, al netto di una pressione portata negli ultimi quindici minuti, nè Caprari nè Barak sono mai riusciti ad accendersi e a creare reali fastidi alla retroguardia partenopea. In sostanza a mio avviso Spalletti ha replicato la mossa che Pioli aveva messo in atto sette giorni prima e che aveva generato superiorità nella zona nevralgica.
- L’equilibrio mancante: il Napoli vince una partita a mio avviso tutt’altro che sporca, dominando per oltre settantacinque minuti al cospetto di un avversario che in casa in questa stagione è davvero famelico. E’ vero i tifosi partenopei hanno vissuto davvero una brutta settimana dopo la sconfitta interna contro i rossoneri, ma questo successo fa capire che la voglia di provarci non manca. Probabilmente la storia calcistica degli azzurri ci rivela che il Napoli non è abituato a giocarsela da “lepre” soffrendo tantissimo questo ruolo, ma è molto più efficace quando si traveste da “cacciatore“. Non sappiamo se ci saranno ulteriori opportunità per prendersi la vetta del campionato, sicuramente non dipende più dagli azzurri, però il Napoli sta facendo di tutto per non mollare il “condominio” di testa. Sicuramente servono equilibrio, pazienza ma soprattutto tanti punti da qui alla fine della stagione e un consiglio: che la Juventus non diventi un’ossessione in casa azzurra!!!
Articolo a cura di Marco Lepore