L’Osimhen napoletano, quell’uomo ancora mascherato («ma per poche settimane»), è riuscito ad andare oltre se stesso, undici reti in questa stagione contro le dieci della prima: e dentro le sue annate, ci sono i tranelli del Covid, comparso due volte, un accidente alla spalle, un intervento al volto, una serie di sgambetti del destino lasciati lì, lateralmente.
«Ringrazio Spalletti, che sta contribuendo alla mia crescita. Lo ringrazio, anche a nome dei compagni, per averci incoraggiato a prescindere dai risultati. Mi sento privilegiato a percorrere questo cammino al suo fianco e so che ancora tanto potrà insegnarmi».
Sette gol in trasferta, con gli stacchi che a Venezia e a Cagliari hanno permesso di mettere la testa a posto: ma siamo appena all’inizio di una carriera che Spalletti ha previsto esplosiva o giù di lì, e che Osimhen vuole plasmare ad immagine e somiglianza delle ambizioni di Napoli.
«Cerco di vivere la città, avverto per strada l’amore per la gente. Noi siamo in corsa per la Champions e riuscirci sarebbe una cosa enorme. Koulibaly mi ha raccontato l’atmosfera che si vive allo stadio. Ma vincere lo scudetto sarebbe qualcosa di incredibilmente grandioso: sono qua non solo per fare tanti gol ma anche per vincere tanto. Non oso immaginare cosa succederebbe se ci riuscissimo».
Fonte: A. Giordano (Cds)