Con 11 voti, il minimo indispensabile, Lorenzo Casini, 46 anni, è stato eletto presidente della Lega Serie A (percepirà 240 mila euro lordi all’anno). Sostituisce Paolo Dal Pino, che si è dimesso a inizio febbraio. È una vittoria politica di Claudio Lotito ed Aurelio De Laurentiis, capaci con le loro alleanze (come Joe Barone) di sconfiggere ancora una volta le big (Inter, Juventus, Milan e Roma), colpevoli di averli sottovalutati. Così oltre alla Lazio e al Napoli, tra i sostenitori di Casini ci sono Atalanta, Bologna, Empoli, Genoa, Fiorentina, Sampdoria, Spezia, Udinese e Verona. Una vittoria al fotofinish e nell’elezione, al quarto tentativo (le prime due con soglia fissata a 14 preferenze, poi con quorum sceso a 11), è stata decisiva la presenza, per la seconda volta di fila, di Casini.
L’economista Lorenzo Bini Smaghi e Mauro Masi, ex direttore generale della Rai, senza formalizzare il dietrofront avevano deciso per un passo indietro, mentre Andrea Abodi proposto da Torino e Cagliari ha scritto poche righe al vicepresidente della Lega, Luca Percassi, ad dell’Atalanta, confermando la sua disponibilità a candidarsi (e se eletto si sarebbe dimesso dall’Istituto del Credito Sportivo) in caso di un’eventuale votazione senza esito.
Invece, proprio la sua assenza ha convinto gli scettici Bologna, Genoa, Sampdoria e Spezia a schierarsi dalla parte di Lotito. Al termine della votazione, Casini ha lasciato l’assemblea dovendo formalizzare l’accettazione della carica e dimettersi dall’incarico governativo (capo di Gabinetto del ministero della Cultura) per evitare incompatibilità.
Casini, dunque, ha vinto sul filo di lana, con la maggioranza più esigua possibile proprio in un momento nel quale tutti invocavano massima coesione dopo due anni di grave difficoltà del calcio legata alla pandemia. Il suo compito più difficile sarà ricompattare la Lega serie A. Saranno tanti i temi che il professore di diritto amministrativo dovrà affrontare anche con la Figc.
In primis, l’indice di liquidità, che la Federazione pensa di inserire come criterio di ammissione ai campionati. Inoltre, nel suo discorso di presentazione, Casini ha insistito sulla necessità di andare oltre la qualifica di lavoratori subordinati dei calciatori, risalente ormai al 1981, in modo da aiutare le società a risparmiare sulla componente lorda degli ingaggi.
«Auguro a Casini di ricompattare in tempi brevi la Lega serie A e di esprimere una leadership in grado di rappresentare al meglio, in un’ottica di sistema, gli interessi dei club. Il calcio italiano ha sfide molto importanti da affrontare, impossibili da vincere senza una Lega di A autorevole e responsabile», le parole di Gabriele Gravina, presidente della Figc. «In bocca al lupo, c’è tanto da rifare ma penso che lui lo sappia. I nodi al pettine per le problematiche della Lega li sanno tutti gli appassionati di calcio», le dichiarazioni, invece, del numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò. E un in bocca al lupo è arrivato anche dal vice, Luca Percassi. «Una figura di grande rilievo e di esperienza strategica. Potrà dare una svolta con l’aiuto di tutti i Presidenti», il tweet di De Laurentiis.
L’elezione di Casini è diventata anche un caso politico perché «il Pd colleziona l’ennesima poltrona», hanno protestato fonti vicine alla Lega Nord. Infine, i club si ritroveranno lunedì 14 marzo per proseguire, insieme al commissario ad acta, Gennaro Terracciano (in carica fino al 15 marzo), l’adeguamento dello Statuto della serie A ai principi informatori stabiliti dal Consiglio federale della Figc lo scorso 25 novembre.
Fonte: IL Mattino