Ciro Ferrara, ex difensore di Napoli e Juventus, e suo figlio Giovambattista, hanno partecipato al format condotto da Costantino Della Gherardesca, Pechino Express. Le squadre in gara quest’anno viaggeranno tra Turchia, Uzbekistan, Giordania, Emirati Arabi, sotto il titolo Sulla rotta dei sultani. La trasferta è durata quaranta giorni, per un totale di 7mila km percorsi, troupe di 120 persone e due medici al seguito. Ferrara ed il figlio ventenne Giovambattista, hanno parlato a Il Mattino di questa esperienza.
«Per gran parte della mia vita io mi sono sentito componente di una squadra che ha affrontato i sacrifici, i ritiri, le rinunce, per cui queste prove non mi spaventavano. È servito, anche ai più giovani, per capire come il mondo sia fuori dalle abitudini, dalle comodità, dalla comfort zone di ognuno. E importante è stato anche vedere quanta generosità si possa trovare negli angoli più lontani e poveri del pianeta».
Come si resiste lontani dalla realtà che si vive quotidianamente, da sempre?
«Il fatto di dover rinunciare al telefono, alla televisione, al cibo che puoi scegliere aprendo il frigorifero è ovviamente una cosa strana, particolare. Per certi versi può anche fare bene: però rinunciare anche a un libro, per poter leggere la sera, mi è dispiaciuto. Il campionato di calcio? Ne sono rimasto all’oscuro per settimane, ho provveduto ad aggiornarmi quando siamo tornati in Italia», dice Ciro.
«Io l’ho presa come una possibilità di esplorazione e di conoscenza, legando bene anche con i ragazzi della mia età che facevano parte di altri equipaggi. Ora ho ricominciato però a studiare, sono a Economia e Commercio a Torino», spiega Giovambattista.
E Ciro come vede la corsa scudetto?
«La partita di domenica ha lanciato, anche a livello di morale, il Milan, mentre il Napoli dovrà evitare di scoraggiarsi perché con dieci giornate ancora da giocare tutto è possibile. Capovolgimenti e sorprese sono all’ordine del giorno, come gli imprevisti di Pechino-Express. Il pubblico di Napoli ha molte aspettative e i giocatori non devono avvertire delusione per la sconfitta, ma bisogna subito ripartire. Non conosco nel dettaglio lo stato dei singoli, ma so come funziona uno spogliatoio: Spalletti è un bravissimo allenatore, sta facendo molto bene e la squadra lo deve seguire. Insigne? Ho fiducia in lui per questo finale di campionato».
«Per me è stata un’esperienza unica – continua Giovambattista – che mi ha fatto scoprire lati inattesi di mio padre, come la sua grande sensibilità, ad esempio. Noi siamo sempre stati molto uniti, io ho una profonda ammirazione per lui, però questo periodo lontani da casa ha aggiunto qualcosa. Mi sono mancati il resto della famiglia, gli amici, ma ho recuperato appena siamo rientrati».
Il Mattino