Mauro Bergonzi, ex arbitro, ha parlato oggi ai microfoni di “1 Football Club” su 1 Station Radio.
Ha ragione il Napoli a sentirsi danneggiato da Orsato?
“Non è un dettaglio. Faccio una premessa: Orsato è l’arbitro più esperto del campionato, ma a mio avviso in Serie A bisogna affrontare le partite in un altro modo. Ieri sera l’ho visto un po’ troppo protagonista, ma è un suo cliché. I primi 25 minuti hanno messo in difficoltà anche uno come lui, che non fischiava i falli. In Serie A non si può dirigere come in Champions League, i falli bisogna fischiarli. Ci sono determinati falli, poi, che possono scaturire un’ammonizione nonostante sia il primo della gara (Rrahmani, ndr).
Il calcio di rigore del Milan non c’è. Questo perché tra Koulibaly e Bennacer si tratta di uno scontro di gioco lecito. Il senegalese non vuole andargli addosso. C’è da aggiungere anche che Orsato in quella fattispecie era coperto da Lobotka, non vede bene. Un direttore di gara se non vede bene in area, un calcio di rigore non lo fischia. Giusto non fischiarlo. Il Var non poteva intervenire, non esistono i parametri oggettivi. Sull’intervento di Tomori su Osimhen, invece, per me è calcio di rigore. Gli va a colpire la caviglia. Orsato non fischia perché ha faticato nel tener dietro alla velocità di Tomori e Osimhen. Il Var però deve intervenire e farlo rivedere ad Orsato. Per me questo è rigore. È molto difficile arbitrare una partita del genere. Riesco a giustificare Orsato, ma non capisco perché il Var non lo abbia richiamato al monitor”.
Come si fa a capire che quello di Tomori su Osimhen è rigore?
“Vedendo e rivedendo le immagini. Dal primo replay si vedeva l’intervento sulla caviglia di Tomori su Osimhen”.
Si può parlare di campionato falsato?
“No, i campionati si giocano sulle 38 partite. I tifosi del Milan potrebbero dire lo stesso per il match contro lo Spezia. Questi sono errori che avvengono sul terreno di gioco e che vengono valutati in un determinato momento. Lo scudetto si aggiudica sulle 38 partite”.