Pioli come Spalletti. Fare di necessità virtù. Anche i rossoneri, come il Napoli, hanno avuto una stagione infausta alla voce infortuni. Pioli, però, almeno per il momento, è anche meno di Spalletti: perché contro il toscano non ha mai vinto. Undici precedenti, nessuna vittoria, anche quando il rossonero allenava la Lazio e Luciano era sulla sponda Roma. Ben otto i successi di Spalletti, con tre pareggi.
«Arriverà però prima o poi il momento di batterlo. Certo, sarebbe meglio che arrivasse prima piuttosto che poi».
Stasera mancherà Romagnoli, infortunatosi martedì nel derby di Coppa, e il Milan, per l’ennesima volta, dovrà inventare la difesa. Una buona notizia è il rientro, almeno in panchina di Ibrahimovic.
«Zlatan sta meglio, si è allenato in gruppo in questi due giorni. Probabilmente sarà della partita».
Quale potrà essere la chiave tattica della partita?
«Loro hanno la miglior difesa del campionato. Sanno palleggiare e trovare le profondità. Tutte e due le squadre hanno reparti offensivi forti, quindi credo che vincerà chi difenderà meglio».
Quella al Maradona è una partita scudetto. Qualche gara fa, con l’Inter decisamente in fuga e le due inseguitrici in difficoltà con gli infortuni, non si sarebbe mai detto…
«Il Napoli è una grande squadra allenata molto bene da Spalletti, ma non esistono squadre perfette, squadre senza punti deboli. Noi abbiamo preparato un piano di gioco con delle soluzioni vantaggiose per noi. Comunque il Napoli è in grande condizione, è un squadra molto compatta, ha grandissima qualità ed è la squadra che fatto più punti dopo la sosta ma anche noi abbiamo qualità».
Sulla carta il Milan arriva leggermente sfavorito per aver giocato anche in settimana, nel derby di Coppa Italia con l’Inter.
«Il derby ci ha dato energie piuttosto che toglierle e siamo pronti ad affrontare questa partita importante».
Insomma, come arrivano i rossoneri a questa partita?
«Se me lo avessero detto a luglio, ci avrei sperato di arrivare a una gara così a questo punto della stagione. Se me lo avessero detto due settimane fa, sarei voluto venire a Napoli con qualcosa in più».
Il Milan non entrerà in campo per il pareggio, anche perché c’è da sovvertire lo 0-1 dell’andata. E il vantaggio negli scontri diretti potrebbe pesare tantissimo a fine campionato.
«Se entriamo con la mentalità di accontentarci, ci avviciniamo più al risultato negativo che a quello positivo. Noi dobbiamo entrare in campo con le nostre qualità e i nostri concetti, e dobbiamo dare il massimo in tutto quello che riusciremo a fare».
Quindi quella di stasera non sarà una partita determinante.
«Mancano 33 punti. Sarà una continua altalena. Nessuno vorrà scenderci e noi dobbiamo rimanerci sopra per lottare fino alla fine per le posizioni di vertice».
In pratica da qui alla fine saranno le fatidiche undici finali.
«Noi dobbiamo essere soddisfatti di quanto fatto sinora. Ma dobbiamo sapere che d’ora in avanti tutte le partite saranno crocevia e conteranno tanto, dovranno essere affrontate con tanta lucidità e con la massima convinzione da parte nostra. Siamo competitivi e lo stiamo dimostrando ormai da tanto tempo».
In effetti il Milan ha dimostrato tanto anche in questo campionato. Nella classifica avulsa tra le prime sette è in testa.
«È un segnale della nostra competitività e della nostra forza. Se hai lottato sempre alla pari, e qualche volta hai vinto, contro squadre di alto livello, significa che devi essere consapevole delle tue caratteristiche e del tuo modo di giocare, e questo ci deve dar fiducia anche per la partita con il Napoli».
Napoli-Milan è anche il duello tra Osimhen e Leao.
«Sono due giocatori molto importanti e determinanti per le fasi offensive delle due squadre. Ma hanno caratteristiche diverse, nel senso che Osimhen è chiaramente più una punta centrale, mentre Leao predilige partire da fuori. Hanno tutte e due le capacità per superare l’uomo, per essere imprevedibili ed efficaci. Chiaro che noi puntiamo sul momento di Rafa, perché sta molto bene mentalmente e fisicamente e sta diventando un giocatore determinante per il nostro sviluppo offensivo».
C. Tarsia (Il Mattino)