L’ex rossonero Virdis: “Sono letteralmente innamorato di Dries Mertens”

Quella doppietta al San Paolo l’1 maggio 88 i napoletani se la ricordano bene. Il Milan scucì con quel 3-2 lo scudetto dalle maglie del Napoli. E soprattutto iniziò l’era Sacchi.

«Tanti tifosi napoletani vengono nel mio ristorante a Milano (Il gusto di Virdis ndr) e me lo ricordano ancora».

Pietro Paolo Virdis, ex giocatore del Milan, ha parlato a Il Mattino, a due giorni dall’importante Napoli-Milan.

Cosa dicono ancora a Pietro Paolo Virdis?
«Simpaticamente, c…o tu ci hai fatto perdere uno scudetto».

E lei cosa risponde di solito?
«C…o, pensate che di scudetti ne avete vinti due in quegli anni. Più una Coppa Uefa. E avete visto giocare il grande Maradona. In una squadra stellare. Tanti tifosi non hanno avuto questa fortuna».

Insomma, pensare positivo, come devono fare Milan e Napoli.
«Felicissimo di questa sfida. E ancora più contento che ci sia questa lotta a tre, dopo anni di campionato scontato. Può succedere di tutto. È tutto più interessante».

Partiamo da domenica sera, cosa succederà?
«Le due squadre sono in ripresa dopo un momento di flessione. Risultato aperto».

Chi potrà decidere la partita?
«Il Milan ha Leao. Che non è più quel giocatore svogliato dell’inizio, che aveva due spunti e poi si estraniava. Ora è un giocatore meraviglioso, e completo».

E Giroud?
«Ha avuto una stagione di alti e bassi. Viene da un momento di fulgore, con la doppietta nel derby. Deve sfruttarlo».

Ibra forse va in panchina…
«Lui è mezza squadra, si sa. Ma questo Milan ha dimostrato di non dipendere da lui. Ecco, la bravura di Pioli è stata quella di far crescere tutto il gruppo. È una squadra completa. E Ibra, un gigante di 1,95 con quella tecnica e quella personalità, la completa».

Il Napoli?
«Sono partiti fortissimi, poi hanno perso un po’ di punti per i tanti infortuni. Sono in ripresa, è una lotta aperta».

Osimhen come le sembra?
«Onestamente non lo conoscevo. Ha una grande forza fisica. Ma anche un’ottima capacità tecnica. È già un giocatore completo».

E poi?
«Fabian Ruiz, tutto sinistro. Ma non lo scopro certo io. Però nel Napoli c’è un giocatore di cui sono letteralmente innamorato».

Chi è?
«Dries Mertens. È fantastico. Sono pazzo di lui. Un campione».

Napoli è una tappa importante nella sua carriera.
«Quegli applausi a fine gara chi se li dimentica. Ora sui social, dico in genere, c’è invece troppo odio. Il calcio deve ritrovare la sua poesia. Troppe partite, a tutte le ore. Un continuo. Prima era un rito. La partita dopo pranzo e poi 90esimo minuto. È cambiato il mondo, va tutto più veloce».

Il «Maradona » può essere un fattore?
«Il San Paolo lo era. Io non sono mai stato vicino al Napoli, il club non mi ha mai cercato. Ma da avversario confesso che mi sarebbe piaciuto il calore dei suoi tifosi».

C. Tarsia (Il Mattino)

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