Canterà Napoli, domenica. Canterà come al Maradona Day di novembre, coinciso con la splendida vittoria per 4-0 con la Lazio, e tiferà come sa e come non è accaduto nelle ultime giornate trascorse allo stadio (compresa la partita con l’Inter). Ad annunciarlo sono i gruppi organizzati della Curva B, uno dei polmoni dell’arena di Fuorigrotta, sancendo ufficialmente la fine di un silenzio indotto da una serie di «vicissitudini», tanto per citare uno degli stralci del comunicato diffuso ieri. Una sorta di appello nel nome della «magica epopea» di cui altri Napoli-Milan, sfide mitiche tra campioni leggendari in lotta per lo scudetto, sono stati totem e simbolo, concluso con un inequivocabile invito: «Napoli, vestiti d’azzurro e sii più bella che mai. Tutti con la sciarpa». Come piace a Spalletti.
L’OMAGGIO. E allora, si riscalda il Maradona: addio stadio-teatro, bentornato Giocatore Numero 12. Modello Boca, modello Doce: una bolgia, una festa. «È il tempo del ritorno all’antico – si legge ancora nel comunicato – Rendiamo omaggio al valore tecnico e morale di una squadra che, nonostante le difficoltà fisiche e la quasi totale assenza di supporto da stadio per le vicissitudini che sappiamo, ha onorato al meglio quei sacri colori». Un corpo, un’anima: simbiosi totale nel momento della verità. Alle porte della grande sfida con il Milan che vale uno strappo-scudetto e soprattutto il primo posto in beata e comoda solitudine, nel bel mezzo della folle corsa a tre con l’Inter. Lo stadio, tra l’altro, sarà stracolmo nei limiti del consentito, al settantacinque per cento: 41.000 spettatori, compreso il settore riservato agli ospiti. Che attesa, che passione: la gente di Napoli crede nello scudetto esattamente come il Napoli. E non è poco, no. F. Mandarini (CdS)