«Mica solo quella. Vi ricordate il girone di ritorno con Gattuso? Quindici vittorie con la rosa al completo, tantissimi punti conquistati, la conferma del fatto che, già un anno fa, la squadra aveva grande valore e tantissima qualità».Chi è la favorita per lo scudetto?
«Non ce ne sono o è semplicemente difficile dirlo. Una cosa è certa: il Napoli se la giocherà e adesso ha un piccolo vantaggio, quello di non giocare le coppe, a differenza di Milan e Inter che già ieri avranno perso qualche energia. La vittoria contro la Lazio ha dato morale, è arrivata nel finale, è stata sofferta ma è stata voluta e per questo assume grande valore. Sa chi è stato l’artefice del trionfo?».
Fabian?
«Chiaro, sì, ma dico Spalletti. Con la mossa Elmas dalla panchina ha cambiato tatticamente la gara. Elmas ha distrutto la Lazio, ha ‘rotto’ la partita, è entrato nell’azione dei due gol, è stato determinante. Spalletti ha battuto la Lazio con le sue scelte vincenti e col supporto di una squadra che da anni vuole regalare un sogno ai propri tifosi. Si dirà, al Napoli resta solo il campionato perché è uscito da tutte le competizioni, vero, ma non dobbiamo dimenticare i tanti infortuni e le assenze. Pensiamo al presente: tra Cagliari e Lazio, Spalletti è stato bravissimo».
Che squadra è il Milan?
«Nel girone di ritorno non ha fatto vedere niente di interessante, è una squadra che, forse anche per i tanti infortuni, si è un po’ arenata, non sta giocando bene come aveva fatto all’inizio del campionato. Ma resta un avversario da temere».
E l’Inter?
«Ha subito un contraccolpo dopo il derby di campionato perso. Era in vantaggio e avrebbe meritato la vittoria, invece è stata presuntuosa. Ha subito un gol attaccando, in contropiede, ha gestito male alcuni momenti della partita, forse oggi paga ancora le conseguenze di quella gara che può aver inciso sulla psicologia di una squadra che resta comunque molto forte. Ma per vincere le partite non serve solo la qualità, bisogna anche saper soffrire e l’Inter in quell’occasione non è stata in grado di farlo. Da allora, magari sarà un caso, ha smesso di correre».
Insigne è passato dai fischi agli applausi.
«Fischi che non meritava, come le critiche. Per me è anche assurdo difenderlo. Un giocatore del genere, campione d’Europa, si difende da solo. Cos’altro deve dimostrare? Ha legato la sua carriera al Napoli senza mai considerare nessun’altra squadra, eppure avrebbe potuto farlo, tanti avrebbero voluto Insigne ma lui è sempre rimasto a Napoli. Peccato per come sia finita, per me è ancora giovane e avrebbe potuto dare tanto agli azzurri anche in futuro. Quando sta bene fa la differenza. Come all’Olimpico».
Il gol è stato bellissimo.
«Ma non mi meraviglio. Su Insigne si dicono sempre tante sciocchezze, come il ‘tiro a giro’, ma lui sa fare tutto, vede spazi che altri non vedono, col suo piede mette la palla dove vuole. Anche l’assist per Fabian, apparentemente banale, è stato delizioso, conferma la sua intelligenza calcistica. Insigne gliel’ha messa sul sinistro, in ogni altro modo avrebbe impedito al compagno di calciare subito, si sarebbe perso un tempo di gioco. Sono dettagli che fanno la differenza e che forse qualcuno non vuole vedere».
Giochiamo in anticipo Napoli-Milan: un giocatore decisivo per le due squadre?
«Nel Napoli dico Zielinski. I grandi calciatori quando sbagliano una partita, come gli è successo contro la Lazio, difficilmente falliscono anche quella successiva. È lo stesso discorso di Insigne che è passato dai fischi col Barcellona alle prodezze dell’Olimpico. Ma, volendo, dico anche Osimhen: mi piace molto e quando è in serata è incontenibile».
«Mi piace molto Rafael Leao. Ha una tecnica pazzesca e per caratteristiche ricorda Mbappé».
Paragone pesante.
«Per me ha anche più tecnica di Mbappé. Nel breve, quando dribbla, è più bravo. Mbappé è più veloce quando sposta la palla e va via in sprint, sa attaccare benissimo la profondità ed è un giocatore continuo. Leao, invece, mi lascia qualche dubbio, ogni tanto si ferma. Nel girone di ritorno, pur facendo diversi gol, non si è ancora ripetuto. A proposito, fosse stato bene, in forma, anche Ibra sarebbe stato un brutto cliente per il Napoli».