Mentre intorno a sé (il) Napoli è un uragano d’emozioni e con lo sguardo quegli uomini che gli stanno al fianco si rivolgono al cielo, Luciano Spalletti si isola dal macro-universo festante, rimane solo con se stesso e, inspirando dalla fede che è una compagna di viaggio, senza mischiare il sacro con il profano, lascia che il segno della croce diventi il suo attimo d’intimistica riflessione. Al minuto 94 d’una partita da cuore e batticuore, con Napoli che sta eruttando la propria felicità, in quella testa che è assalita da un sogno gigantesco, di quelli che ti cambiano la vita, a Luciano Spalletti, prende la classifica, la adagia ai margini dei propri pensieri, e spazza via ogni traccia di veleno che deve avere avvertito intorno a sé.
«Ora voglio proprio vedere come si fa a dire che non abbiamo carattere. Perché questo capita di sentire spesso, un ritornello che non ha fondamento. Siamo stati capaci di rialzarci dopo un primo tempo infarcito da troppi errori. Ma nella ripresa siamo stati capaci di puntare, di far girare il pallone e siamo andati a cercare la vittoria in una gara piena. Però a volte si coglie una atmosfera complessa: dopo il pareggio di Cagliari, c’era il rimpianto di aver sciupato. E il Cagliari ha vinto a Torino. Con il Barcellona ci sta, la sconfitta, fa male, ma quella è stata colpa mia; però all’andata avevamo fatto una prestazione notevole. Stavolta, ci siamo meritati la vittoria che abbiamo preteso, quando Pedro sembrava avesse deciso altro».
LEGGERI E VINCENTI
Il Napoli che comanda, adesso, è uno specchio della sua anima, che si ribella dinnanzi ai luoghi comuni e che traccia un orizzonte tricolore: «La reazione dei ragazzi è stata meravigliosa, dopo quell’eurogol di Pedro che avrebbe potuto stroncare chiunque. Ci siamo – anzi si sono – ributtati in avanti, volevano il successo, volevano vivere il presente e anche il futuro. La reazione è stata straordinaria, hanno voluto cogliere questa occasione che ci è stata offerta dai risultati. Abbiamo espresso un calcio superiore a Cagliari, al di là di qualche piedino un po’ molle del primo tempo. Vogliamo fare qualcosa di importante e ci siamo riusciti, attraverso la personalità e il talento che non ci manca, direi proprio di no, ma che dobbiamo arricchire».
DESTINO
In quelle undici giornate che restano, chissà cosa riserverà il destino, ma Spalletti conosce gli ingredienti per poter credere che esista la possibilità di addobbare una favola: «Su tutta questa qualità, ci dobbiamo mettere cazzimma. Stavamo attraversando un momento di difficoltà, dopo tutte fatiche fatte. Ci sono successe cose che hanno creato un pizzico di ansia, ma noi abbiamo dimostrato che volevamo rimanere attaccati alla speranza. Risorse ne abbiamo, e potevamo fare gol anche prima che la Lazio pareggiasse, qualche chance ce l’hanno tolta dalla porta e qualche scelta è stata un po’ così. Ma la personalità ha fatto il resto. Adesso arriva la settimana libera, purtroppo: possiamo allenarci, recuperare. Di problemi ne abbiamo subiti ma poi finiranno».
LA SVOLTA
Ma questa nottata ch’è volata via non è mica come le altre: il Napoli capolista, al fianco del Milan, certo aspettando l’Inter che dovrà recuperane ancora una, ha dato una impronta alla propria mentalità e adesso, nella svolta, c’è da andare a scorgere le ultime pagine d’un romanzo che sta diventando avvincente. «Bisogna essere noi stessi e i giocatori hanno meritato questa vittoria e questo momento con la loro disponibilità al sacrificio. Siamo in lotta per la parte alta della classifica ed era quello che chiedevamo. Se lo siamo per lo scudetto, quello ditelo voi. Io non lo dico».
Sarà splendido, adesso, poterlo liberamente pensare.
Fonte: A. Giordano (C ds)