Piovono citazioni, implicite e non. A iniziare da Che Guevara:
«Chi lotta può perdere ma chi non lotta ha già perso».
E poi un bel po’ di metafore in dribbling che avrebbero ubriacato pure Dante: «Noi non abbiamo un Maradona, ma giocando tutti insieme possiamo diventare una squadra degna di Maradona»
Il calcio è passione e Luciano Spalletti ha scelto il momento migliore per riprendersi la scena. C’è il Barcellona alle porte e lui si prepara alla battaglia: «Dobbiamo pensare che quello che per noi è impossibile, non lo è per Dio: e Dio è con noi». Non solo Diego, insomma. Ecco. Uno show. Anche quando parla di Osimhen e fa capire che ormai il dato è tratto: «Lui ha una incazzatura animale simile a quella che aveva Diego».
Spalletti, la lezione di Cagliari potrà servire?«Dovrà servire. Abbiamo giocato contro una squadra che ha mostrato di avere fame di salvezza mentre noi abbiamo mostrato di non aver fame di lottare per il primo posto. Può succedere. Ma non deve più ricapitare».
Chi è la favorita questa sera?«Non ce ne sta una. Credo che sia il Napoli che il Barcellona proveranno a vincere entro il 90′ per evitare di arrivare ai supplementari. Bisognerà rischiare, comandare, altrimenti si diventa passeggeri di una squadra che vuole comandare, che è abituata a farlo. Vero che non ha più Messi e non è più forte come prima ma solo un po’ di meno, ma alla fine il verdetto di questa sera eliminerà una delle potenziali favorite a vincere l’Europa League».
Come immagina la partita?«Difficile, complessa, come piacciono a noi che fin da bambini abbiamo sognato di vivere una gara così. Proviamo a essere i soldati in un videogioco, una battaglia per conquistare una postazione, se ci riesci ti fai spazio e sennò ti sparano e crepi».
Quanto bisognerà essere diversi da Cagliari?«Non dobbiamo farci condizionare da ciò che accade qualche volta, ma far leva sulle nostre numerose qualità che ci hanno portato al terzo posto in classifica, a questa gara con il Barcellona. Sicuramente differenti dallo svolgimento della gara di Cagliari dove non siamo stati bravi a portarla sul binario di leggerezza talentuosa, non siamo giocatori da duelli fisici, contrasto aereo, noi siamo da palla per terra e dobbiamo giocare in modo consono come abbiamo fatto tante volte anche se davanti c’è il Barcellona.
Decima partita in 51 giorni, il rischio è anche di un affaticamento mentale?«Sì, è la testa forte che fa i muscoli forti, i nervi forti. Il calcio moderno è questo, è tornare alle due di notte: non possiamo avere timori di giocare a questo ritmo».
Maradona, secondo lei, da che parte sarà lì nel cielo?«Ho letto molte cose, l’ho visto spesso e lui prendeva sempre posizione, lui sceglieva sempre da che parte stare in maniera ferma: o di qua o di là. Senza esitazioni e tentennamenti. E lui alla fine verrà dalla nostra parte. Vero che non abbiamo nessuno del suo livello, ma tutti insieme possiamo diventare una squadra degna di Maradona e lui sarà lì pronto ad applaudire le bellissime giocate perché lui era abituato ad un calcio così. Diego sarà con noi».
Osimhen a Cagliari ha mostrato grinta e rabbia.«Sì, anche nella capata del gol, lui ha una incazzatura animale che ricorda quella che aveva Maradona e quella che alcuni di noi non ce l’hanno. Anche dopo la rete, ha preso il pallone e lo ha portato al centro del campo. Ha una ferocia straordinarie e gli altri non vanno quanto lui, ma bisogna essere compatti. Lui ha delle qualità super, extra».
Napoli secondo, a +10 sull’Atalanta, ma anche lei respira un po’ di delusione nell’ambiente?«Noi abbiamo l’obiettivo di essere memorabili per i tifosi, provando a vincere senza accontentarsi della posizione che si ha. La posizione corretta è quella che c’è da conquistare, ci deve essere l’ambizione di montare su chi c’è davanti e quindi va capito il tifoso se hanno ambizioni ancora superiori alle nostre. Niente è impossibile per noi, ciò che è possibile per Dio… e lui sta con noi».
Meglio affrontare Dembelé o Traorè?«Chiedetelo a Xavi, io sono pronto a giocare contro chiunque, c’è pure Ferran Torres, c’è Braithwaite, non si capisce chi possa essere migliore».
All’andata era il dream match. E stasera?«Personalmente sto ancora dormendo. È sempre una partita da sogno».
P. Taormina (Il Mattino)