Tiribocchi: «Spalletti mi migliorò come bomber sta facendo lo stesso lavoro con lui»

Il commentatore di Dazn parla anche del valore di Osimhen per il Napoli

Prima attaccante di razza, oggi commentatore tecnico in cuffia per Dazn. Simone Tiribocchi conosce molto bene il Napoli di Spalletti che ha visto e commentato più volte in questa stagione tra campionato e coppe. Ma conosce bene anche l’allenatore toscano che ha incrociato tante volte in carriera:

«È l’uomo giusto per formare questo Osimhen. Ricordo quello che mi chiedeva in campo e immagino quello che starà portando avanti in questi mesi con Victor»

spiega l’ex punta. E dopo il pareggio in extremis in Sardegna, gli azzurri si attaccano al proprio attaccante anche domani sera in Europa League, nel match decisivo contro il Barcellona di Xavi.


Partiamo da Cagliari: che gol è stato quello di Osimhen? «Un gol importante, non per il pareggio quanto per evitare la sconfitta. Perdere a Cagliari avrebbe potuto avere ripercussioni in campionato e anche sul match di domani contro il Barcellona. Invece è entrato Victor »


E ha risolto ancora una volta le cose. «È una rete che certifica quanto bene possa fare questo calciatore. È sempre concentrato, sempre sul pezzo. È entrato in campo e ha cambiato la partita, motivando anche i compagni che fin lì non erano stati all’altezza. Ha portato loro cattiveria. Ma la cattiveria quella positiva»


Il Napoli di Spalletti è Osimhen-dipendente? «Il Napoli è stato dipendente da Insigne, da Mertens, da Higuain in determinati momenti del passato. Sono tutti grandi calciatori. Non credo si possa dipendere da un solo elemento, ma sicuramente ci sono calciatori importanti in questa squadra che vanno in campo e fanno la differenza».


Lei ha avuto Spalletti: cosa chiede ai suoi attaccanti? «In questi mesi il lavoro fatto con Osimhen è chiaro. È un attaccante che ha determinate caratteristiche ed è fortissimo a fare certe cose. Spalletti ora sta provando a insegnargli altro: chiede sempre ai suoi attaccanti di giocare con i compagni, di dare una mano alla squadra. Ci sono tanti momenti in una partita: c’è il momento di attaccare la porta – e Osimhen lo fa bene – e anche quello di venire incontro, sacrificarsi».


Da cosa passerà la crescita di Osimhen? «Da un po’ di fortuna in più, visto il passato recente con gli infortuni. E anche dai compagni di squadra: ci sono calciatori che si adattano subito all’Italia, altri che hanno bisogno di più tempo. Osimhen ha delle qualità importanti, deve migliorarle ancora e aggiungere vicino altri compiti che Spalletti gli può chiedere».


In passato, la sua frenesia è stata criticata. «È del ’98, deve ancora capire come calcolare le distanze dagli avversari, gestire i tempi di gioco. Essere veloci va bene, essere frenetici spesso no. La differenza tra il buon attaccante e il grande attaccante sta tutta qui».


Anche la partita contro il Barcellona sarà un momento di crescita? «Sarà fondamentale averlo in campo dal primo minuto. Dovrà aiutare il Napoli nei momenti di sofferenza, che sicuramente arriveranno, e dovrà fare gol. Non ci sarà un’altra occasione, domani sera si decide tutto. E può far male agli avversari: il Barcellona uno come Victor non ce l’ha».

Fonte: G. Arpaia (Il Mattino)

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