È Osimhen a salvare il Napoli dal naufragio. È un 1-1 orribile, la peggiore prova degli azzurri della stagione, con l’alibi degli assenti e del cambio modulo che ha scombussolato tutto. Un’altra notte di vorrei ma non posso, di occasioni dilapidate, di chance gettate al vento. Certo, c’è l’errore clamoroso di Ospina, ma senza il portiere colombiano, chissà il passivo di che dimensioni sarebbe stato. Il Napoli ha fatto pochissimo. In campo con un 3-4-2-1 d’emergenza, alla luce di quel che passava il convento, sbanda sempre al cospetto del Cagliari. Un Napoli stordito, che rinuncia – o è costretto a rinunciare – al possesso: decine di errori, uno dopo l’altro. La difesa del Napoli balla e il centrocampo non c’è proprio, tra Demme (inguardabile) e tutti gli altri che non ne hanno azzeccata una. E’ Ospina a fare il patatrac, facendosi rimbalzare il pallone davanti, perdendo il controllo della traettoria, sul traversone di Pereiro. La capitolazione sembra cosa fatta, ma Deiola e Baselli graziano il Napoli. Poi, ci pensa Ospina. È il segnale che i dei dell’Olimpo sono dalla tua parte. E il povero Mazzarri non può che dannarsi quando assiste alla pennellata millimetrica di Mario Rui per la testa di Osimhen che si stacca da terra, prende il volo e colpisce come una saetta. È l’87’. Ed è tutto in questa azione il buono del Napoli nella notte di Cagliari. Ed è un punto straordinario proprio per questo motivo: perché la prestazione è stata inguardabile. E Spalletti lo sa bene.
Il Mattino