Prima, durante e dopo. Ancora la Coppa d’Africa. Un altro problema fisico per un calciatore del Napoli (Anguissa) e la lunga striscia di infortunati tra gli azzurri, si allunga. Ma per aiutare a prevenire gli incidenti, dal 2020 è a disposizione di club, addetti ai lavori e calciatori stessi, una piattaforma online. Si tratta di Noisefeed.com (Ceo Nicolò Cavallo) che tra i suoi soci ha anche Gianluca Galliani, figlio di Adriano.
Galliani, ma praticamente in che modo Noisefeed Injuries aiuta i club? «Le strade sono due: lo scouting e la prevenzione».
Partiamo da quest’ultima. «All’interno della nostra piattaforma raccogliamo tutti i dati relativi allo storico degli infortuni dei calciatori. Si tratta di dati statistici elaborati dal nostro sistema di analisi che fornisce ai vari staff medici un quadro clinico perfetto dell’atleta».
Questo in che modo aiuta la prevenzione di altri infortuni? «Innanzitutto vengono segnalate le maggiori fragilità del calciatore attraverso una vera e propria body map molto dettagliata. Ma forniamo anche le tecniche migliori per l’allenamento settimanale e per il processo di recupero dopo eventuali infortuni. Non possiamo prevedere gli infortuni, ma aiutare i club per prevenire».
Quali fonti utilizzate per raccogliere ed elaborare i vostri dati? «Non utilizziamo cartelle mediche, ma un algoritmo che ci consente di vedere il motivo per il quale un calciatore non ha giocato una o più gare a causa di infortuni. Una volta accumulati i dati, un team di data analyst inserisce le informazioni pubbliche e ricostruisce con grande accuratezza lo storico degli infortuni. Ecco, noi siamo un’eccellenza nel ricostruire».
Che tipo di clienti avete? «Siamo molto apprezzati dai direttori sportivi, dai capo scouting e dagli staff medici e tecnici delle squadre. Ma non solo».
Ovvero? «Tra i nostri clienti ci sono anche alcuni allenatori. Su tutti, Rafa Benitez che da anni utilizza la nostra piattaforma per rimanere aggiornato sugli infortuni dei suoi calciatori e di quelli che gli interessano».
B. Majorano (Il Mattino)