“Il Mattino” – Un appuntamento per il Barcellona: “CI VEDIAMO AL MARADONA”

Nello spazio di cinque giorni il Napoli ha bruciato due ottime occasioni in campionato ed Europa League. Come era accaduto al “Maradona” contro l’Inter, si è trovato anche ieri meritatamente in vantaggio nello stadio cattedrale del Barcellona ma non è riuscito a difenderlo perché nella ripresa è arrivato il gol blaugrana.Il pareggio del Barça è arrivato in maniera fortuita: segnalazione dalla sala Var dell’impercettibile tocco con le dita della mano sinistra di Juan Jesus sul tiro di Traoré, perfetta esecuzione di Ferran Torres. Ma non era stato segnalato, a inizio ripresa, l’intervento di Eric Garcia su Osimhen: anche quello, a nostro avviso, meritava di essere punito con il rigore, però in Europa come in Italia è di difficile comprensione il funzionamento del Var. Quel rigore ha risollevato il Barça dopo un primo tempo in cui il Napoli aveva dominato.È vero che Meret, esattamente come era accaduto in campionato sabato scorso al collega Ospina, non ha dovuto fare gli straordinari tra i pali ma gli uomini di Xavi hanno sprecato l’incredibile, soprattutto con Ferran Torres. I dati sono chiari: possesso palla del 65 per cento, 21 tiri (contro i 4 degli azzurri). Il Napoli non è riuscito a liberarsi dalla morsa nel secondo tempo e, quando vi è stato spazio, Osimhen non è riuscito a sfruttarli, anche perché poco assistito da Insigne (utile in fase difensiva ma là davanti mai visto) ed Elmas, schierato a destra a causa della contemporanea assenza di Lozano e Politano. La vera chance è stata bruciata del primo minuto di recupero da Mertens, che ha appoggiato il pallone tra le braccia di Ter Stegen da ottima posizione. Peccato che a un primo tempo di qualità sia corrisposta una ripresa di sofferenza, che la squadra è riuscita a superare anche perché Koulibaly è stato un muro. L’1-1 lascia apertissimo il discorso della qualificazione agli ottavi di Europa League. Supererà il playoff chi vincerà giovedì 24 a Fuorigrotta, perché la regola del gol in trasferta che vale doppio è stata abolita.

Il test prepartita al Camp Nou aveva convinto Spalletti a dare fiducia a Osimhen, poi poche altre variazioni all’assetto del Napoli. In ossequio al turnover, Meret tra i pali. Sulla sinistra a riposo Rui, deludente contro l’Inter, e dentro il jolly Juan Jesus. A centrocampo, Anguissa al posto dell’infortunato Lobotka. Davanti appunto Victor, che non ha accusato più dolori al ginocchio quando si è immerso nell’atmosfera del Camp Nou, anche se è stato poco mobile e aggessivo. Il Napoli è piaciuto nella prima fase del confronto perché non ha accusato l’impatto col Barça, parente lontano di quello che aveva dominato in Spagna e in Europa. L’aggressività di Koulibaly e Anguissa ha rappresentato lo scudo per la squadra e Insigne si è sacrificato sulla fascia dando sostegno a Juan Jesus. I blaugrana si sono dedicati a uno sterile tiki taka, poco il peso in attacco. In una manciata di secondi la partita ha avuto una svolta, dall’errore di Ferran Torres al gol di Zielinski. L’esterno del Barça ha sprecato l’occasione proposta da un errore di Rrahmani e il trequartista ha colpito dopo una perfetta triangolazione con Elmas, un tiro di sinistro respinto da Ter Stengen e il secondo, in ribattuta, di destro andato in quella porta quasi sempre trafitta dagli avversari dei catalani.Con questo efficace gioco e questa forte personalità – tutto ciò che Spalletti aveva fatto vedere per tante settimane in campionato, prima di un rallentamento causato dalle prime indisponibilità nella rosa – il Napoli aveva preso il controllo della partita. Ci voleva la testa nel pomeriggio del “Dream Match” al Camp Nou e gli azzurri l’hanno usata fin dalle prime battute, tuttavia non proponendo lo stesso atteggiamento nella ripresa, quando il Barça li ha aggrediti e loro si sono chiusi in area, senza riuscire a ripartire. A Napoli, nel secondo match contro un avversario che si è esaltato quando Xavi ha inserito Dembelé sulla destra (il migliore, eppure fischiato dal Camp Nou perché ha deciso di andar via a fine stagione a costo zero), servirà la squadra del primo tempo. Con quella organizzazione e quel coraggio, possibilmente con un attacco più incisivo, in cui si stagli finalmente la figura di Osimhen. Lunedì il Napoli risale sulla giostra del campionato volando a Cagliari per la sfida con l’ex Mazzarri che prova a scampare alla retrocessione. Andrà in campo conoscendo i risultati di chi è davanti (Milan e Inter) e alle spalle (Juve e Atalanta): sui due fronti ci sarà sempre e comunque per il Napoli un solo risultato.

F. De Luca (Il Mattino)

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