Analisi della giornata no di arbitro e VAR nella del Napoli nella partita di playoff di Europa League; Barcellona-Napoli giocata il 17 febbraio alle 18.45 al “Camp Nou” di Barcellona.
Rigore del pareggio del Barcellona
La regola 12, sui falli di mani
Ma la stessa regola, ha specificato quanto segue: “Si considera che un calciatore stia aumentando lo spazio occupato dal proprio corpo in modo innaturale; quando la posizione delle sue mani/braccia non è conseguenza del movimento del corpo per quella specifica situazione o non è giustificabile da tale movimento. Avendo le mani/braccia in una tale posizione, il calciatore si assume il rischio che vengano colpite dal pallone e di essere quindi sanzionato”.
Chiarificazioni
A questo punto però và chiarito però, ed utilizziamo l’esempio riportato da Rizzoli un paio di anni fa, in cui ha spiegato la nuova regola; che il fallo di mano richiamato dal VAR, giustamente, và sì visto il punto di contatto; ovvero se la palla ha toccato il braccio o la mano per cui ha validità la regola; ma và in alcune circostanze, richiamata anche la visione “dinamica” dell’azione. Ovvero nel caso in oggetto Juan Jesus sta allargando il braccio in maniera naturale per riprendere equilibrio; dovuto al suo scivolamento laterale, e non sta allargando il braccio per aumentare lo spazio; tanto è vero che il braccio poi ritorna in posizione naturale lungo il corpo, e non resta allargato. Pertanto la decisione dell’arbitro è stata penalizzante per i partenopei.
Conclusione dell’analisi
Ripensando all’episodio in questione il regolamento è chiaro, e di sicuro l’arbitro, i suoi assistenti ed il VAR, avrebbero potuto gestir meglio la situazione. Il rigore ormai è stato fischiato e non si può far nulla che accettare la decisione del campo, ma l’interpretazione degli arbitri resta ancora troppo personale, per l’applicazione della regola specifica del fallo di mano. Sicuramente il VAR ha aiutato molto in alcune scelte, ma bisogna che si faccia un passo in più per migliorare la tecnologia che supporta gli arbitri in campo.
Un altro esempio in cui il VAR dovrebbe intervenire ma non interviene, è sulla ripetizione dei rigori; anche sul goal di Torres da calcio di rigore il primo ad entrare in area di rigore è un calciatore del Barcellona, poi seguito dagli azzurri; pertanto il calcio di rigore secondo la regola 15 andrebbe ripetuto visto la segnatura, ma a supporto dell’arbitro dovrebbe essere il VAR che dovrebbe visionare questo; ma come spiegato anche da Rizzoli, è difficile star dietro a questa regola anche per il VAR, il quale deve avere occhi dappertutto. Chissà magari in un futuro, l’UEFA prenderà in considerazione che il calcio di rigore potrà essere un tiro libero, nel senso che se segnato è goal, se sbagliato sarà una semplice rimessa dal fondo.
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Analisi a cura di Antonio Pisciotta
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