Sarà Barcellona-Napoli, sgrossata di qualsiasi graffio di retorica, e andrà attraversata con l’orgoglio di chi in sette mesi, partendo dalle macerie di quel 22 maggio, dovrà tentare di afferrare il destino e indirizzarlo verso gli ottavi di Europa League:
«Affrontare il Barça può aiutarci persino a ritrovare un po’ di leggerezza, perché questa è una partita speciale, che ci aiuterà a capire ulteriormente a che punto siamo. Sappiamo che dovremo sapere in mattinata se Osimhen ci sarà, che ci mancheranno Lozano, Politano e Lobotka, ma l’organico e solido, ha qualità. Non ho voluto che Victor si allenasse, avendo lui un leggero gonfiore al ginocchio, proprio per vedere nell’imminenza della gara come starà».
E in una vigilia così struggente, in cui diventa inevitabile andarsi a specchiare nel Camp Nou, finirà (forse) persino marginale soffermarsi sulla formazione, ma sarà invitante concentrarsi sul Barça.
«Xavi è stato uno di quei calciatori di grande livello e probabilmente vorrà riportare il Barcellona a quei livelli: a me sembra sia già a buon punto, costruisce sempre l’azione dal basso, va alla ricerca di una linea difensiva alta per offrire un calcio propositivo offensivo. E poi a gennaio sono arrivati calciatori importanti che possono dare strappi. Però noi dobbiamo semplicemente essere il Napoli».
Certe notti vanno vissute con la faccia tosta, da scugnizzi.
Fonte: A. Giordano (CdS)