La Marca, avvocato: “Marino-Marelli? Uno scambio acceso di vedute”

Su 1 Station Radio, è intervenuto Domenico La Marca, avvocato esperto di diritto sportivo, ecco le sue parole: “Credo che sia stata una semplice “querelle” quella che ha visto protagonisti il direttore generale dell’Atalanta Marino e l’opinionista di Dazn Luca Marelli. E’ comprensibile lo stato d’animo del dirigente degli orobici, che ha visto sfumare negli ultimi secondi la possibilità di vincere un incontro che poteva dire tanto in termini Champions League e comunque molti episodi, da ambo i lati, lasciano dubbi, considerato che i vari moviolisti sugli stessi hanno dimostrato di avere posizioni divergenti. Non mi permetto di entrare nel merito della vicenda, è stato uno scambio acceso di vedute, soprattutto da parte del dirigente orobico, ma reputo poco probabile un intervento della giustizia sportiva visto e considerato che non mi pare ci sia stata alcuna dichiarazione chiara e netta sulla condotta di gara della terna arbitrale. Caso Cutrone? L’art 61 del Codice di Giustizia Sportiva è chiaro: <<Gli organi di giustizia sportiva hanno facoltà di utilizzare, quale mezzo di prova, al solo fine della irrogazione di sanzioni disciplinari nei confronti di tesserati, anche riprese televisive o altri filmati che offrano piena garanzia tecnica e documentale, qualora dimostrino che i documenti ufficiali indicano quale ammonito, espulso o allontanato un soggetto diverso dall’autore dell’infrazione. Inoltre, per le gare della Lega di Serie A e della Lega di Serie B, limitatamente ai fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva o concernenti l’uso di espressione blasfema non visti dall’arbitro o dal VAR, con la conseguenza che l’arbitro non ha potuto prendere decisioni al riguardo, il Procuratore federale fa pervenire al Giudice sportivo nazionale riservata segnalazione entro le ore 16:00 del giorno feriale successivo a quello della gara>>. Pertanto, il giudice sportivo può utilizzare la prova TV qualora il procuratore federale ne faccia richiesta in una situazione in cui VAR ed arbitro non sono intervenuti correttamente a seguito di una condotta violenta o gravemente antisportiva o di blasfemie. Sulla base di quanto asserito bisogna valutare se la condotta di Cutrone possa essere considerata come gravemente antisportiva o meno”.

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