Ha ferito chi è già ferito di suo: Cutrone va squalificato esemplarmente

L'espressione gravissima verso Cragno

«Balbuziente di merda». E’ questa la frase usata da Patrick Cutrone per offendere il portiere del Cagliari, Alessio Cragno. Il labiale ripreso dalle telecamere è diventato di dominio pubblico. E non la si può più definire una cosa di campo. Perchè non lo è. Anche le scuse telefoniche del milanista al collega, lasciano, effettivamente, il tempo che trovano. Sul Corriere dello Sport, Giancarlo Dotto affronta l’argomento. E non è disposto a concedere sconti. Il giornalista si augura una squalifica. Esemplare.

Aspettiamo esemplare (e indignata) sentenza (cinque giornate con la nuova norma) come lo sarebbe nel caso Cutrone fosse stato sorpreso a dire di un avversario ‘frocio di merda’, ‘zingaro di merda’ o ‘negro di merda’”. Perchè quanto detto è ancora più grave di questo: “Lo sarebbe allo stesso modo uno ‘storpio di merda’ riferito al tale con un grave handicap motorio, un ‘tisico di merda’ a talaltro con una malattia ai polmoni, per non dire di un ‘mongoloide di merda’ a un disabile intellettivo”. 

Dotto spiega: “Se infatti ‘frocio’, ‘zingaro’, ‘merda’ o lo stesso ‘negro’ (per quanto abbia bisogno del fragile alibi della pelle) appartengono ormai al metalinguaggio pulsionale dello sfogo, vituperare un balbuziente che balbetta, un sordo che non sente o uno storpio che zoppica è l’ingiuria più volgare, la più atroce, perché esplicita e mirata a ferire qualcuno che è già ampliamente ferito di suo”.

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