A MENTE FREDDA(RUBRICA)- Tutte le curiosità su Napoli-Inter

Approfondimento su Napoli-Inter

 

Il Napoli, dopo l’anticipo di ieri pomeriggio, ora è pronto a preparare la doppia sfida di Europa League contro il Barcellona.

Era l’occasione della vita per il Napoli, quella di ieri pomeriggio al “Maradona” contro l’Inter per prendersi la vetta della serie A dopo 25 giornate di campionato. E il vantaggio siglato da Lorenzo Insigne su calcio di rigore nei primi minuti aveva illuso un pochino tutti, almeno fino alla rete (rocambolesca) di Dzeko a inizio ripresa che aveva fissato il punteggio sul risultato tutto sommato giusto di 1-1.

Ecco i principali spunti del match:

  • L’ambientamento: è tornato da campione d’Africa Kalidou Koulibaly e, dopo aver festeggiato per settantadue ore, si è trovato a guidare la difesa del Napoli al cospetto della capolista. Per molti una prestazione stellare, ma personalmente ritengo che i primi quarantacinque minuti siano stati con troppe sbavature, forse necessarie per riprendere confidenza con la serie A. Sfortunato e non colpevole nell’occasione del pareggio, gioca una ripresa ai suoi livelli. Bentornato Comandante!

 

  • La medaglia: in tempi di Olimpiadi per favore mettete subito una medaglia d’oro al collo di Luca Marelli, per la sua encomiabile fedeltà nei confronti dei “poteri forti”. Sia ben chiaro, nulla contro il Napoli ma semplicemente un senso forte di servilismo verso le squadre del Nord che anche da ex arbitro e commentatore televisivo proprio non lo abbandona. Non riuscì nell’episodio del fuorigioco di Giroud (Milan-Napoli) ad ammettere che fosse corretto annullare il gol rossonero, e proprio non ci riusciva ieri a pronunciare in modo netto la parola “rigore” nell’episodio di Osimhen. PICCOLI EMILIO FEDE CRESCONO…

 

  • Il repertorio: la premessa doverosa è nella mia opinione che se la partita fosse durata altri dieci minuti l’Inter avrebbe sbancato Napoli (poi il calcio è strano e magari non sarebbe andata così). Detto questo ieri Simone Inzaghi era in gran forma e anche dalla tribuna ha esibito tutto il suo repertorio. Palo di Zielinski (e sono 17 in stagione!), infortunio di Politano dopo venti minuti, pareggio nerazzurro a inizio ripresa dopo un incredibile rimpallo da raccontare ai posteri. Diciamo che se dall’anno prossimo dovesse anche cumulare dodici esoneri consecutivi (che ovviamente non gli auguriamo) sarebbe ancora a credito con la dea bendata. Insomma parafrasando un libro di Gene Gnocchi, potremmo intitolarlo Il cul de Inzaghi.

 

  • L’emergenza finita: sembrano lontani i tempi in cui il Napoli si presentava a Torino con dodici calciatori più qualche ragazzino della Primavera. Eppure guardando le ultime due giornate contro Venezia e Inter il buon Lucio sembra non essersene accorto, perché i suoi cambi sembrano un po’ troppo tardivi e casuali. Sono un grande fan del tecnico ma mi piacerebbe che le sue parole circa i titolari dei sessanta minuti e quelli dei trenta fossero messe davvero in pratica. L’attenuante è che qualche ragazzo deve recuperare la miglior condizione per cui ha bisogno di minuti, ma tenere in naftalina per troppo tempo ad esempio Anguissa, Demme (ultime tre gare zero minuti) e Mertens (ieri in campo al minuto 83’) è un vero peccato e può far aumentare il rischio di infortunio per chi gioca troppo.

 

  • La gara sognata a metà: era una settimana attesissima e piena di aspettative, una sorta di “lunga vigilia” sino al fischio d’inizio di ieri pomeriggio. E il primo tempo è stato in linea con quanto sognato da tutti i tifosi partenopei, col Napoli aggressivo e capace di creare diverse occasioni per il raddoppio. Nella ripresa però i ragazzi di Spalletti hanno tirato gradualmente i remi in barca abbassando sempre più il baricentro. Un calo più psicologico che fisico, ma che deve suonare come un piccolo campanello d’allarme. Personalmente l’avevo immaginata col Napoli pronto a dare ritmo sfrenato per 60’ avvalendosi poi dei cambi per non dare respiro agli avversari e invece i nerazzurri sono usciti fuori alla distanza. Ero consapevole che il duello chiave sarebbe stato quello tra Mario Rui e Dumfries, con quest’ultimo che ha avuto nettamente la meglio. Un pareggio che ad ogni modo lascia ancora qualche speranza scudetto e sembra molto buono soprattutto in chiave Champions.

Articolo a cura di Marco Lepore

 

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