Nella sua carriera di attaccante Alessandro Altobelli ha segnato al Napoli gol pesanti, come quello nella finale di Coppa Italia 1977-78 che consegnò il trofeo all’Inter. Ieri, invece, ha giocato in anticipo per noi il big match del Maradona: ha pronosticato un sostanziale equilibrio, anche se il cuore lo ha spinto a stare più dalla parte dei nerazzurri.
Altobelli, è giusto definire Napoli-Inter una gara già decisiva? «Ancora no, ma non nego che se Inzaghi conquistasse i tre punti, metterebbe una mezza ipoteca sullo scudetto. D’accordo, il Milan battendo la Sampdoria resterebbe lì attaccato, ma un successo in trasferta contro una diretta concorrente avrebbe un peso specifico pazzesco. Per la classifica e per il morale. Se invece a imporsi fosse Spalletti, il campionato sarebbe totalmente riaperto e probabilmente la corsa rimarrebbe a tre fino a maggio».
La sensazione è che gli azzurri arrivino meglio a questa sfida. «In Serie A hanno vinto quattro incontri di fila e hanno la miglior difesa del campionato. E pensare che gennaio, con le assenze per la Coppa d’Africa di Osimhen, Koulibaly e Anguissa, doveva essere il mese del crollo…».
Complice il ko di sabato nel derby, a frenare invece è stata l’Inter. «Per 70′ però ha giocato meglio del Milan e avrebbe meritato la vittoria ai punti. Peccato che il calcio non sia la boxe e che ci siano state quelle due disattenzioni su Giroud. L’Inter arriva comunque a Napoli con il miglior attacco e dopo aver conquistato le semifinali in Coppa Italia».
La stanchezza del quarto di martedì con la Roma peserà? «Non credo. Piuttosto quel successo ha ridato un po’ di entusiasmo».
Che incontro prevede? «Interessante e da non perdere. Quando si sfidano due formazioni che giocano bene, può venir fuori qualcosa di interessante».
Chi saranno gli uomini chiave? «Da una parte di Osimhen e Fabian Ruiz; dall’altra Dzeko, ma soprattutto Lautaro Martinez che, tra gli attaccanti in campo, mi sembra il più completo e il più forte».
Detto da Spillo Altobelli suona come un’investitura… «Il Toro è davvero bravo: è cresciuto tanto e secondo me ha margini per migliorare ulteriormente. E poi nello stadio intitolato al suo connazionale Maradona, volete che non abbia motivazioni speciali?».
Anche Insigne, che la scorsa estate era entrato nel mirino di Marotta e Ausilio, ci terrebbe a far bene e a chiudere la stagione con un bel regalo d’addio. «Inzaghi dovrà stare attento a lui perché salta l’uomo, crea la superiorità numerica, ma soprattutto calcia bene in porta. Con Insigne e Politano, Spalletti può allargare la linea a tre avversaria».
D’accordo che il confronto si potrebbe decidere a centrocampo? «Sì perché l’Inter con Barella, Brozovic e Calhanoglu ha tre elementi in grado di dare qualità, azionare gli attaccanti o arrivare alla conclusione».
Spalletti è avvertito… «Spalletti è un signor allenatore, un tecnico intelligente, bravo e serio. Non ha mica bisogno dei miei consigli. E chi pensa che sarà più teso del solito perché vuole vendicarsi dell’esonero all’Inter, si sbaglia. Quell’esperienza per lui è finita e comunque il suo contributo a riportare la società in alto l’ha dato centrando due qualificazioni di fila alla Champions. Adesso vuole riportare ai fasti del passato il Napoli».
A proposito di passato, l’ha sorpresa la velocità con la quale Inzaghi ha scacciato il fantasma di Conte? «Inzaghi è arrivato e ha perso Hakimi, Lukaku ed Eriksen, ma ha comunque costruito una bella squadra. Gioca anche meglio dell’Inter di Conte, però lo scudetto non lo ha ancora vinto, mentre Antonio sì. Gli auguro di farcela».
Se supera l’ostacolo Napoli… «Contro la miglior difesa della A si vedrà davvero quanto vale questa Inter. Anzi, tra Napoli e Liverpool capiremo molte cose».
Fonte: A. Ramazzotti (C ds)