R. Marchesi: “Con Koulibaly e Osimhen, nell’ 81, avrei vinto lo scudetto!”

Il primo allenatore italiano di Maradona

Maradona, ma non solo. All’inizio degli anni 80 Rino Marchesi ha fatto come Luciano Spalletti: dall’Inter al Napoli. Anzi, nel suo caso il viaggio è stato di andata e ritorno. Perché nel 1981 ha sfiorato il titolo alla guida degli azzurri, poi ha scelto l’Inter e dopo appena una stagione è ritornato in Campania.
E oggi che partita si aspetta? «Di sicuro sarà spettacolare».
Perché? «Si affrontano due squadre che stanno bene fisicamente e mentalmente. Entrambe vengono da buone partite con ottimi risultati. Si giocheranno la partita fino all’ultimo secondo».
Quindi niente più scorie da derby per l’Inter? «Non credo. Perché l’Inter è abituata a giocare con grande impegno e fino alla fine ogni partita. Sa che perdere una partita, seppure importante, ci può stare».
Quella di stasera sarà decisiva per lo scudetto? «Per me, no. Anche se resto dell’idea che Napoli e Inter sono le due squadre più accreditate alla vittoria finale. Il Milan ha qualche distrazione in più a volte».
Come mai non sarà decisiva la sfida del Maradona? «Il campionato è ancora lungo e in primavera molti giocatori avranno tante partite nelle gambe. È lì che si deciderà tutto».
Lei a Napoli ha sfiorato lo scudetto nel 1981. «Perdemmo la partita decisiva contro il Perugia perché non riuscimmo a fare gol. Ma quell’anno ci è mancato qualche giocatore in più».
Tipo? «Potessi scegliere dalla rosa di oggi, direi Koulibaly e Osimhen. Loro sì che mi sarebbero serviti e penso proprio che con quei due lo avremmo vinto lo scudetto».
Lei è stato anche il primo allenatore di Maradona: che rapporto avevate? «Con Diego avevamo una grande relazione di stima e simpatia. Era generoso in campo e fuori, perché stimolava i compagni e aiutava sempre i giovani. Al di là dei mezzi tecnici mi dava una grossa mano. Era molto cercato dai compagni che in campo gliela davano anche quando era marcato stretto. Per lui, però, non era un problema».
Che cosa pensò quando le dissero «abbiamo preso Maradona»? «Quell’operazione di mercato è stata lunga e non ci speravo più nel suo arrivo. Tutto si concluse solo all’ultimo minuto dell’ultimo giorno».
Con Maradona avevate la sensazione di poter vincere subito? «No, anzi. La squadra si era appena salvata dalla retrocessione e sapevamo di non essere ancora pronti alla lotta per lo scudetto. Ma l’arrivo di Diego e Bagni fu decisivo per porre le basi al grande Napoli che avrebbe poi conquistato lo scudetto qualche anno dopo».
Ma torniamo al presente: lei è stato ex di Napoli e Inter, come pensa che la vivrà stasera Spalletti? «Queste partite da ex si vivono sempre con un po’ di apprensione, ma anche con tanta curiosità. Spalletti ha dato equilibrio e fiducia ai giocatori. Fin qui ha saputo sfruttare tutti durante la stagione e ha ricevuto risposte positive dai suoi ragazzi, anche da quelli che non giocano sempre ma sanno aspettare. Lui è stato bravo a mettere tutti d’accordo».
E Inzaghi? «Sta lavorando molto bene, sfruttando al massimo la duttilità dei suoi giocatori».
Chi le piace di più? «Barella è il punto di riferimento più importante in mezzo al campo, mentre Dzeko sa fare l’attaccante come il trequartista. È il regista offensivo dell’Inter. Ma attenzione anche agli eventuali ricambi che potrebbero essere decisivi».
E nel Napoli? «Dico Koulibaly, perché torna dopo la vittoria in Coppa d’Africa e sarà certamente con il morale alle stelle».

B. Majorano (Il Mattino)

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