La maglia Flames torna anche stasera. E probabilmente con il Barcellona. Sempre più distante da quella azzurra originale, ma piacciono, vanno a ruba e vengono indossate ovunque. È la moda del momento. Poi la Flames dovrebbe andare in soffitta. E chissà se De Laurentiis ne sta preparando anche un’altra, ma di sicuro un record il Napoli già ce l’ha: sono ben 10 le maglie che il patron azzurro e Armani hanno disegnato e che i giocatori del Napoli hanno indossato in queste prime 32 partite di questa stagione. C’è un gruppo che lavora al design delle maglie del Napoli, ma l’ultima parola, le indicazioni finali (ma anche quelle iniziali) sono del patron. Quella di oggi, indossata con la Salernitana e domenica scorsa a Venezia, è tra quelle che hanno avuto più successo e gradimento nelle richieste sul Web Store Ssc Napoli, sull’Amazon Brand Store, negli Official Store SSCN. Il prezzo è sempre di 125 euro. La Flames è azzurra con le fiamme proprio come quella utilizzata da inizio stagione dai portieri. Il brand EA7 rappresenta una autentica svolta nella commercializzazione delle maglie: mai nessun club è mai arrivato a realizzare e produrre 10 disegni differenti. E attenzione, perché la grande scommessa di De Laurentiis e del marketing del Napoli potrebbe non essersi fermata: non è escluso che nuove maglie possano essere realizzate entro la fine dell’anno. In serie A una strategia simile è adottata da Juventus e Inter che lo scorso anno si sono fermate a cinque maglie (l’Inter criticata per la scelta delle scritte cinese). Tra le più vendute anche la maglia speciale Halloween ma anche le speciali Maradona azzurra, blu e bianca.
LA STRATEGIA
Al lancio della maglia si accompagna sempre uno slogan: «Un amore, una passione, un motore che generano forza e alimentano il fuoco dell’ardore agonistico dei nostri Guerrieri in campo. Fiamme di energia per conquistare, insieme all’amore del popolo azzurro, nuovi traguardi». De Laurentiis ha svoltato l’anno scorso e ha puntato all’autoproduzione della propria maglia. Ha avuto intoppi all’inizio, ma adesso l’idea va a gonfie idee. Tant’è che sono, per l’appunto, ben 10 le maglie differenti: non sono troppe? A quanto pare, no. La creatività è ormai senza confine. Addio i colori base, per tutti gli obiettivi sono quelli di evidenziare al massimo il nome dello sponsor e vendere maglie sempre nuove, attuali (più in feeling col look). Niente di male, si chiama merchandising e in Premier è una voce fortissima del bilancio, forse perché in Inghilterra girano meno maglie contraffatte e, in gergo, taroccate. E il Napoli cambiando spesso le maglie sta provando anche a limitare la fabbricazione di maglia pezzottate. In ogni caso, indietro non si torna. Anche perché De Laurentiis e Formisano, dirigente del marketing, sono ampiamente soddisfatti delle vendite e del ritorno di immagine. P. Taormina (Il Mattino)