Il dottor Matteo Bassetti, virologo, ha parlato oggi ai microfoni di “1 Football Club” su 1 Station Radio.
Gestione discutibile del flusso di tifosi negli stadi
“E’ stato uno dei tanti errori che abbiamo commesso con questo atteggiamento molto ‘conservatore’. I 5000 tifosi di capienza non li ho mai capiti, specie considerando che in stadi come San Siro e Maradona possono entrare 60/70mila tifosi. Una delle tante scelte errate”.
In Italia 50% o 5000 tifosi, all’estero stadi pieni
“Non ha senso. Non viviamo più ‘solo’ in Italia, ma in Europa. I tifosi possono viaggiare e assistere a partite all’estero poi hanno difficoltà negli stadi italiani. Io ho sempre detto, e me ne assumo la responsabilità, che dobbiamo essere più dinamici nel gestire la pandemia. Siamo gli ultimi a togliere le mascherine, gli ultimi a tornare al 100%. Inoltre ci vogliono scelte condivise, se non hai l’obbligo di mascherina a Genova, non devi averlo neanche in altre città d’Italia”.
Sempre più fondi stranieri nel calcio italiano. E’ una scelta giusta per il futuro?
“Non ho competenze su questo sinceramente. L’importante è che il calcio italiano abbia quell’immissione di denaro che ti permette di competere con inglese, tedeschi, ecc. L’importante è continuare ad investire nel calcio, scuole calcio e tutte le infrastrutture. Io sono fiero di tifare una squadra italiana e vorrei vedere l’Italia vincere in Europa”.
Sulla passione per il Genoa e lo storico gemellaggio con il Napoli
“Certamente ho grande rispetto e simpatia per il Napoli. Mi ricordo ancora quella bellissima partita di Serie B, quando ottenemmo la promozione insieme. Genoa e Napoli sono due realtà che vivono di grande passione”.
Sui sintomi da ‘long-covid’, in particolare sui calciatori
“Ci sono purtroppo alcuni casi, fortunatamente pochi, in cui l’infezione acuta lascia segni anche molte settimane dopo colpendo il sistema nervoso periferico. Si verificano casi di miocarditi e pericarditi. Sento persone dire che il vaccino manifesta miocardite e pericardite ed è vero. Ma è importante dire che è molto più frequente tra i soggetti che sviluppato l’infezione naturale, rispetto a chi subisce danni collaterali da vaccino. In alcuni casi parliamo di percentuali 30 volte superiori. Io credo che dobbiamo spingere sui vaccini e, nel mondo del calcio, ritengo che ogni atleta dovrebbe sottoporsi alla vaccinazione”.