Beppe Bergomi, ex capitano e bandiera dell’Inter, ora opinionista Sky, ne ha giocate di sfide scudetto in maglia azzurra contro il Napoli di Maradona.
«Ne ricordo innanzitutto due: quando pareggiammo 0-0 a Napoli nel 1989, l’anno che vincemmo lo scudetto, e quando perdemmo 2-0, con una magia di Diego sul secondo gol, la stagione successiva, quella in cui gli azzurri vinsero il secondo tricolore».
Che ricordi ha di quelle sfide contro Maradona?
«Diego era il più forte di tutti, un vero uomo squadra, disponibile con i suoi compagni, un leader assoluto. La cosa che mi colpiva maggiormente di lui in campo era rappresentata dal fatto che subiva tante entrate dure ma si rialzava e continuava senza protestare».
E quella di sabato tra Napoli e Inter che sfida sarà?
«Sarà una sfida tra due squadre che lottano per lo scudetto, corsa in cui va inserita con le stesse percentuali anche il Milan: un match molto importante ma non decisivo perché poi mancheranno ancora tante partite. In estate pronosticai il Napoli come favorito per il tricolore per la sua rosa profonda e coperta in tutti i ruoli, l’Inter è in testa giocando un gran calcio e dovrà recuperare la partita contro il Bologna anche se i tre punti dovrà conquistarli sul campo».
Cosa le piace di più de Napoli?
«La solidità difensiva che è riuscita a mantenere anche con assenze importanti e poi mi piace molto la sua gestione delle gare: vedere Lobotka giocare in questa maniera significa che c’è un grande lavoro dietro di Spalletti e del suo staff. A centrocampo il Napoli può giocare con un calciatore di maggiore fisicità come Anguissa oppure con i piccolini e fa sempre la partita allo stesso modo con una grande palleggio».
E cosa le piace di più dell’Inter
«Questa sua voglia di dominare sempre la partita, di condurla anche se ogni tanto fa qualche leggerezza e può capitarle di perdere come contro il Milan. Mi piace moltissimo vedere come in tanti accompagnano l’azione d’attacco con i centrocampisti che si propongono e la voglia di impostare sempre dal basso, in questo senso l’assenza di un mancino come Bastoni è importante».
A Venezia è tornato a segnare Osimhen, quanto è decisivo per il Napoli
«È fondamentale perchè consente al Napoli di poter attaccare in altre due maniere diverse: con i cross per i suoi colpi di testa e lanciando palla avanti in verticale per sfruttare la sua velocità negli spazi».
E in coppa Italia contro la Roma ha segnato Dzeko: quanto è determinante lui per l’Inter?
«Dzeko è il regista offensivo della squadra, si muove, va incontro, gioca la palla, oltre a fare gol, un attaccante utilissimo: è lui il titolare fisso dell’Inter, gli altri Lautaro e Sanchez si alternano».
Quanto potrà contare l’effetto pubblico al Maradona?
«Conta in generale e ancora di più in sfide come quella di sabato al Maradona: il pubblico napoletano trascina la squadra, lo ricordo bene nelle sfide che giocavo con l’Inter».
Chi sta meglio tra le due
«Il Napoli sta bene psicologicamente per la vittoria con il Venezia e per essersi riavvicinata in classifica, ma sta bene allo stesso modo anche l’Inter che per 70 minuti il derby lo ha giocato bene e che ha subito reagito con una grande vittoria contro la Roma. Sarà una sfida equilibrata e senza favoriti».
Parlava della solidità della difesa del Napoli che ora ritrova anche Koulibaly: un valore aggiunto?
«Certo perchè, anche se gli altri difensori centrali Rrahmani e Juan Jesus hanno convinto in pieno, Koulibaly è un grandissimo difensore, un leader, ha un carisma incredibile e sarà anche molto carico per la vittoria in coppa d’Africa con il suo Senegal».
E chi è il leader della difesa dell’Inter?
«Direi che il leader è Skriniar, un ragazzo che pensa sempre in modo positivo e difficilmente sbaglia una partita».
Quali possono essere le chiavi della partita
«Oltre al duello a distanza tra Osimhen e Dzeko saranno fondamentali quelli sulla fascia d’attacco a sinistra dell’Inter dove gioca Perisic che si confronterà con Di Lorenzo, che sta tenendo un rendimento straordinario, e con Politano. E poi il duello tra Zielinski e Brozovic, il polacco dovrà essere bravo a pressare il centrocampista nerazzurro perchè è lui che fa girare tutta la squadra».
Come giudica il lavoro di Spalletti?
«Sta facendo davvero benissimo per come fa giocare il Napoli, la sua mano si vede per come fa crescere tutti. E poi mi è piaciuta molto la sua gestione nei momenti di emergenza per i tanti infortuni».
E quello di Simone Inzaghi?
«In estate non pensavo che l’Inter potesse fare subito così bene considerando le partenze importanti come quelle di Lukaku e Hakimi, invece Simone Inzaghi è riuscito subito ad ottenere grandi risultati e soprattutto lo ha fatto attraverso in bel gioco».
R. Ventre (Il Mattino)