Venezia: i lagunari di mister Cristiano Zanetti fin qui si sono dimostrati una matricola terribile, dando filo da torcere anche alle formazioni più forti.
Si è giocata ieri pomeriggio alle ore 15:00 allo stadio “Penzo” la sfida tra Venezia e Napoli, valida per la 24° giornata del campionato di serie A. All’andata la sfida terminò col punteggio di 2-0 per i partenopei grazie alle reti di Insigne ed Elmas, dopo che Osimhen aveva rimediato un rosso discutibile nei primi minuti di gioco. E anche ieri il risultato è stato identico grazie ai sigilli proprio di Osimhen e Petagna, subentrato nel finale-
Ecco i principali spunti del match:
- Il passaggio di consegne: questa emergenza ha restituito all’allenatore delle pedine che si sono rivelate preziose in alcuni frangenti sia da titolari che da panchinari, come Malcuit, Petagna, Ghoulam e Demme (occhio però il mister deve esser bravo a non farli tornare nel dimenticatoio ora che l’emergenza sembra terminare). Su tutti però è emerso un calciatore arrivato tra i mugugni di tutta la piazza a luglio, ma non da parte mia (tanti errori ho fatto ma almeno non questo), ovvero Juan Jesus. Il brasiliano, arrivato come tappabuchi, ha dimostrato per tre mesi qualità e applicazione per cui meriterebbe il rinnovo di contratto immediato per la prossima stagione. Col ritorno del “Comandante” dalla Coppa D’Africa il suo ruolo tornerà ad essere quello di alternativa ma a mio avviso ha dimostrato di poter meritare ancora spazio per far respirare qualche compagno ed evitargli ulteriori maledetti infortuni per le continue e troppo ravvicinate partite. Quel che è certo è che oggi molti dovrebbero scusarsi col ragazzo e ringraziarlo per quanto fatto con la maglia azzurra fin qui.
- La libertà: il presidente De Laurentiis non parla mai a caso e ha definito la scelta di Insigne di andare a giocare in un campionato meno competitivo arricchendosi come libera. Ci mancherebbe e secondo me forse hanno vinto (e allo stesso tempo perso) tutti, ma ad oggi le certezze sono due: il ragazzo darà tutto quello che potrà fino alla fine per la squadra senza risparmiarsi (ne sono sicuro al 100%) e allo stesso tempo Spalletti avrà maggiore “libertà” di non dovergli giustificare nulla quando deciderà di tirarlo fuori come accaduto ieri o non schierarlo titolare. Infatti, ribadendo che le vicende fuori dal campo non c’entrano nulla, va ricordato che il numero 24 quando veste i panni da “chiagnazzaro” (e lo è stato purtroppo seppur a tratti costantemente negli anni) è giusto che vada in panchina perchè ha un atteggiamento negativo che condiziona e innervosisce l’intero gruppo.
- L’imprescindibile: bastava fare un giro sui social alle ore 15:45 di ieri per capire quanti pregiudizi da ormai due anni ci sono su Victor Osimhen con mezza tifoseria a chiederne la sostituzione immediata nell’intervallo. Nessuna attenuante come sempre da parte di una critica spietata per il bomber nigeriano reduce da fratture multiple e dalla contemporanea positività al covid, neanche la traversa colpita in una delle poche palle avute a disposizione hanno mitigato i giudizi. Come sempre però la fretta è cattiva consigliera perchè Victor nella ripresa ha realizzato un gol decisivo di testa da attaccante vero. Lo dico da due anni e non la smetterò di ripetere che bisogna sostenere questo ragazzo e comprendere che più minuti metterà nelle gambe più la sua condizione migliorerà e potrà essere decisivo nel finale di stagione.
- L’effetto “Bomber”: chi non ha mai visto il mitico film con Jerry Calà e Bud Spencer in cui il più talentuoso pugile napoletano non era riuscito ad affrontare ad armi pari sul ring il suo avversario per il titolo Rosco Dunn perchè infortunato alla vigilia? Ecco la squadra partenopea in quell’Inter-Napoli dello scorso 21 novembre cominciò a perdere pezzi a dismisura per infortuni e oltre a lasciare i tre punti sul campo agli avversari (con la palla che ha preso la tipica “parabola inzaghiana” dopo la traversa di Mario Rui al 90′) si è tirata addosso un lungo periodo di vicende sfortunate che avrebbero tramortito persino il più ottimista dei tifosi. E invece gli azzurri, dopo il successo di ieri pomeriggio a Venezia, hanno l’opportunità di vestire i panni di “Giorgione” e prendersi la rivincita giocandosela ad armi pari. Sempre “buona stella” di Inzaghi permettendo, perchè chi ha potuto leggermi sui social conosce benissimo il mio pensiero, ovvero che ogni essere umano avrebbe diritto a vivere almeno un mese da Simone Inzaghi…
- I novanta per capire chi sei: sento molti parlare di profilo basso senza sognare, ma personalmente non concordo per nulla. Questa piazza ha bisogno di fantasticare, infiammarsi e sostenere i suoi leoni in campo e fuori fin quando si avrà una sola speranza. Ecco sabato prossimo il Napoli proverà a capire che tipo di finale di campionato aspettarsi, partendo dalla premessa che l’Inter con ogni probabilità è da considerarsi virtualmente a più quattro perchè il recupero a Bologna non sembra particolarmente insidioso. In caso di sconfitta il destino sarà inevitabilmente quello di guardarsi le spalle per una sanguinosa lotta Champions a quattro con Milan, Juventus e Atalanta, in caso di pareggio la situazione resterebbe quasi invariata con le altre che potrebbero accorciare ma la lotta scudetto resterebbe ancora aperta ed estesa. Infine in caso di successo si aprirebbero degli scenari inimmaginabili fino a 48 ore fa, con tutte e cinque le protagoniste in piena bagarre per il titolo di campione d’Italia. Una fortissima responsabilità per “Lucio” che da inizio stagione non si è mai nascosto come i suoi predecessori e sembra avere le spalle larghe per provare a infondere quella mentalità che in passato è mancata a Napoli.
Articolo a cura di Marco Lepore