«Arrivare allo stadio di Venezia può dare sensazioni uniche, perché gli scenari sono belli e particolari, ma se non stiamo sotto al braccio dell’Inter è proprio per i punti che abbiamo perso contro squadre tipo il Venezia». Il messaggio di Luciano Spalletti arriva forte e chiaro. Gli bruciano ancora gli scivoloni con Spezia ed Empoli, i punti buttati via con il Sassuolo. «La tempesta perfetta è alle spalle, anche se abbiamo ancora delle assenze importanti. Serve passo avanti caratteriale». Chiede ferocia contro il Venezia, perché non vuole correre rischi questo pomeriggi. «Il Napoli deve fare il Napoli, che è costruito per vincere ogni partita». E oggi è una di quelle. Per pensare all’Inter c’è tempo. «Contano le ambizioni mentre non bisogna mai dare peso alle assenze. E non mi va più neppure di stare a sottolineare che si gioca molto perché non è più un’eccezione. È questa la normalità del calcio di oggi, bisogna accettarlo. E per noi deve essere un piacere. Abbiamo messo alle spalle la tempesta perfetta, meno male che almeno 15 giocatori da convocare li abbiamo sempre avuti». «Meno male che il mercato è finito, non vedevo l’ora…». È costretto a chiarire il pensiero: «Noi abbiamo dato indicazioni precise, non doveva andare via nessuno, ma è chiaro che qualcosa poteva pure succedere… ma siamo stati un club coerente: eravamo certi di avere una squadra forte e non abbiamo toccato nulla». Scampato pericolo, ma non è il momento di parlarne. «Non è una partita di passaggio questa con il Venezia, è un avversario con calciatori forti, un tecnico che sa fare il suo mestiere. Non bisogna pensare all’Inter, come se oggi fosse una passeggiata. Questa è una partita tosta, dove bisogna mettere mano alla disponibilità di tutti per acchiappare le piccole cose». Dunque, la conseguenza delle sue parole è nella formazione: Insigne e Osimhen tornano titolari, in porta va Meret e alle spalle del fenomeno nigeriano toccherà a Zielinski, con Politano che giocherà (lo avrebbe fatto lo stesso, anche senza Lozano ko) sulla destra. E Mertens sesto uomo. «Dobbiamo stare attenti a tenere il nostro livello, se non siamo a braccetto con l’Inter è colpa di qualche partita che mentalmente poteva essere più abbordabile e quindi è lì che dobbiamo fare quel saltino caratteriale e di mentalità». Non perde l’ironia. Ne è quasi schiavo. E fa bene. «Chiedo scusa a Nainggolan, la notte prima di Bergamo pensavo davvero avessero giocato a carte con Totti e gli altri invece hanno giocato a Fifa per riuscire a battere l’Atalanta (un episodio raccontato anche da Totti nella sua biografia, ndr)». Esalta Koulibaly: «Spero vinca la Coppa d’Africa stasera, il comandante è uno che non ha mai fatto sentire la sua mancanza in queste settimane, ha continuato a tenersi in contatto con tutti. Anche senza di lui la difesa ha fatto bene, d’altronde Juan Jesus ha dimostrato di poter avere davanti a sé un grande futuro. Però per me non è una sorpresa questo rendimento in difesa, perché ogni volta che a inizio stagione avevo provato Rrahmani mi ha sempre dimostrato di saper fare il suo mestiere». Non fa mistero neppure di essere preoccupato per Lozano. «Aspettiamo per prima cosa di rivederlo qui, poi potremo capire i tempi del suo recupero».
Il Mattino