Le partite si vincono a centrocampo, i campionati con la miglior difesa. Un vecchio adagio popolare recita così. Eppure sembra che quest’anno la differenza possano farla gli attaccanti. Vlahovic ed Osimhen, gente che sposta le difese, o bomber vintage come Dzeko, Ibrahimovic e Zapata.
Dusan Vlahovic, un nove che più nove non si può (seppur sulla maglia ci sia la 7 che fu di Cristiano), l’uomo che occupa l’area di rigore, ma sa anche servire i compagni. Il neo bianconero è già in doppia cifra, seguito a ruota da Dzeko e Zapata entrambi fermi a 9 centri. Staccato, ma non di molto, Ibra, più distante Osimhen (5). Sugli attaccanti di Milan e Napoli, però, ha pesato fin qui l’elemento infortuni. Dzeko e Lautaro hanno formato la coppia perfetta per Simone Inzaghi, mentre il Milan è ancora alla ricerca della spalla perfetta per Ibra; all’ Atalanta, invece, mancano un po’ i contributi di Muriel e Ilicic. A Napoli, invece, Mertens ha saputo rimpiazzare Osimhen e ora si candida non solo a suo alterego, ma anche a partner in crime partendo da trequartista. Di sicuro nella volata per il titolo finale ci sarà lo zampino degli attaccanti. Quale elemento sarà decisivo? Il menù è ricco: il fiuto del gol di Dzeko, la velocità di Osimhen, l’esperienza di Ibrahimovic, la fisicità di Zapata e la fame di Vlahovic. Di tutto un po’. Per la gioia di allenatori e tifosi. Un po’ meno per quella di portieri e difensori che se li troveranno sulle proprie strade.
Il Mattino