Roma, Milan e Inter hanno la media spettatori più alta. Il Napoli è quarto, con una media di 22.650, quasi 14mila in meno dell’Inter. Nelle ultime due partite interne il club azzurro, che non fornisce dati ufficiali sugli spettatori, ha fatto registrare circa 8mila presenze per Napoli-Sampdoria e circa 3mila per Napoli-Salernitana. Certo, per il derby c’era il tetto per 5mila spettatori, deciso dalla Lega Serie A su indicazione del governo per l’aumento dei contagi Covid, ma sono entrati poco più del 50 per cento dei tifosi ammessi.
Perché?
La prima risposta è il timore per l’aumento dei contagi, anche se si tratta di trascorrere due ore con mascherina Ffp2 in uno spazio aperto. Ma non solo. È vero che le due partite non erano di grande richiamo, ma quella è stata una cornice “povera”, non adeguata a una squadra che dall’inizio del campionato è in zona Champions e che nelle ultime settimane ha rilanciato per lo scudetto. Il Napoli avrebbe potuto raggiungere la quota di 5mila biglietti praticando prezzi più bassi e invece per il derby contro l’ultima in classifica sono stati messi in vendita tagliandi a 100.00 euro (Tribuna Posillipo), 45.000 (Distinti) e 25.000 (Curva superiore): oggettivamente cari.
Il Napoli ha la necessità di riempire lo stadio Maradona per la prossima partita interna, quella di sabato 12 febbraio contro l’Inter, 90 minuti che potranno dare un importante indirizzo alla stagione degli azzurri. Vedremo come De Laurentiis cercherà di riempire metà impianto (vale la regola del 50 per cento) e quale sarà la risposta dei tifosi. Spalletti e i giocatori confidano in una grande spinta dal popolo azzurro: il dodicesimo uomo in campo può essere decisivo anche ai tempi del Covid.
F. De Luca (Il Mattino)