Lo scudetto del cuore ce l’hanno già tutti sul petto, i ragazzi del Napoli. Piotr Zielinski con i suoi primi ingaggi ha aiutato i genitori a comprare due grandi case in Polonia, trasformate in orfanotrofio dai suoi che gestiscono case-famiglia dal 2002. Piotr è un ragazzo, ma Piotr è anche un campione. Assist, gol e carezze. Come quelle di Mertens, che porta i cartoni con le pizze ai poveri e ai senzatetto ogni volta che può. Con il freddo ma anche con il sole. E che si trattiene a parlare con loro, a lungo. Chiedendo se hanno bisogno di qualcosa in particolare, da medicine a vestiti. Ed è quello che fanno, sempre, lontano dai riflettori, Ghoulam e Koulibaly: qualche volta qualcuno è riuscito a rubare quello scatto, ma la loro generosità non fa rima con pubblicità. Ma si sa che sono spesso ad Agnano, a viale dei Giochi del Mediterraneo, e ovunque ci sta un’anima in difficoltà per donare abiti, cappotti, coperte, cibo. Osimhen non usa i social solo per litigare: una volta venne colpito da una donna di Lagos, senza una gamba, che portava in giro dell’acqua in una bacinella ai semafori. Proprio come lui da piccolo. In ventiquatt’ore ha contattato Mary (questo il suo nome) e le ha detto: «Non lo farai mai più, mi fa male vederti così, ora devi solo curarti». Osimhen finanzia scuole e realizza opere di prima necessità in Nigeria. Non bada a spese per esserci. E talvolta il prezzo che paga è salato. Lo stesso fa Koulibaly, senza sosta, in silenzio, senza i social. Mertens ha anche altro tipo di beneficenza: ha adottato diversi canili della città. Porta cibo ai randagi abbandonati. Anche Ospina ha creato, a Itagui, una scuola calcio per giovani portieri. Fa tutto lui, non c’è retta, non ci sono soldi da spendere. Si chiama Accademia Acqueros Cancerbero. Costantemente invia aiuti di ogni genere alle associazioni della sua città. Durante l’emergenza Covid, Aurelio De Laurentiis ha donato otto ventilatori polmonari, quattro all’ospedale Cotugno e quattro al Pascale. Lo ha deciso dopo una telefonata con il professor Ascierto. Il patron è grande sostenitore anche della Caritas. Non si tira mai indietro Lorenzo Insigne: il capitano è stato in prima linea nel corso del lockdown del 2020 e non ci ha pensato un attimo a supportare il Cotugno con 100mila euro. È stato il governatore Vincenzo De Luca a far conoscere il suo gesto, poi il personale sanitario gli ha fatto trovare uno striscione a Posillipo. Campioni, non solo in campo.
Il Mattino