L’ultimo Napoli-Salernitana in campionato giocato a 90 chilometri da Napoli, lo stadio di Campobasso che venne scelto dalla società azzurra – allora di proprietà dell’imprenditore alberghiero Salvatore Naldi – dopo gli incidenti al Partenio che provocarono la morte di Sergio Ercolano e la squalifica del San Paolo. Campo neutro e porte chiuse per la squadra che avrebbe dovuto tentare il salto in serie A, ma gli acquisti si rivelarono infelici e la crisi societaria arrivò a tal punto che la squadra mise in mora il club perché non riceveva gli stipendi.
Napoli-Salernitana del 9 novembre 2003 a Campobasso. Nel silenzio, uno dei derby più squallidi che si ricordino. Agostinelli sulla panchina azzurra, Pioli – oggi alla guida del Milan rivale degli azzurri di Spalletti per un posto in Champions o qualcosa in più – su quella granata. Finì 0-0, non si contarono tiri in porta, e alla fine , che seguiva le partite dal settore opposto alla tribuna in compagnia dell’amico Maurizio Ambrosio, decise di esonerare Andrea Agostinelli, che era arrivato in quell’estate di speranze del 2003 ben sponsorizzato dalla Gea, la potente organizzazione di Alessandro Moggi che gestiva calciatori e allenatori. Andrea, che aveva giocato in azzurro ai tempi di Vinicio, sognava di vincere il campionato e di riportare il Napoli in A, invece si trovò fuori dopo una manciata di partite e quel derby anonimo, senza alcun sussulto. Al suo posto sarebbe arrivato Gigi Simoni, signore della panchina, che conquistò la salvezza con quei giocatori che per tutta la settimana parlavano degli stipendi non pagati e pensavano alla fuga dal Napoli ormai prossimo al fallimento, Agostinelli pochi anni dopo, sarebbe stato l’allenatore della Salernitana. Stagione 2007-2008, campionato di vertice in serie C1, eppure venne licenziato nonostante fosse al comando della classifica: a festeggiare la promozione in B, conquistata grazie ai 21 gol di Arturino Di Napoli, sarebbe stato un altro allenatore, Fabio Brini. F. De Luca (Il Mattino)