Doveva essere sorpasso Milan, è un suicidio. Al 96′ lo Spezia passa a San Siro (1-2) dopo una gara a metà tra l’incredibile e il pazzesco per l’altalena di episodi decisivi, su tutti quello del possibile vantaggio milanista negato dall’arbitro Serra. «Abbiamo perso per demeriti nostri dice Pioli a fine match ma la colpa al cinquanta per cento è anche del direttore di gara. È stato onesto nell’ammettere il suo errore, ci ha chiesto scusa ma dopo quel fischio abbiamo perso concentrazione e subìto la beffa finale. C’è poco da dire, il Milan ha subìto un torto: perché dare quel mezzo fallo su Rebic che forse non c’era nemmeno, quando la palla era già sul sinistro di Messias?». Al 92′ accade questo: sull’1-1, il fischietto torinese assegna una punizione al Milan proprio mentre Messias lascia partire il sinistro vincente, ignorando la regola del vantaggio e annullando di conseguenza la rete. Per l’episodio sono arrivate anche le scuse del designatore dell’Aia, Andrea Gervasoni. Fino a quel momento, dominio milanista quasi assoluto, vantaggio con Leao (contestato dallo Spezia) dopo il rigore fallito da Hernandez: il terzo della stagione, a conferma che i rossoneri sono i meno precisi della serie A dagli undici metri. Almeno sei i miracoli del portiere spezzino Provedel che tengono a galla i liguri, prima dell’improvviso pareggio di Agudelo in contropiede. Prodezza che restituisce coraggio allo Spezia, al terzo successo esterno di fila dopo quelli di Napoli e Genova, che nel finale rocambolesco prima sfiora il raddoppio, poi ringrazia Serra per il cadeau e a pochi secondi dal triplice fischio trova con Gyasi la forza di far centro nell’ultima ripartenza della serata. Thiago Motta si allontana dalla zona caldissima: «Non siamo stati solo fortunati, potevamo fare altri gol prima: la nostra vittoria è meritata».
A. Rossi (Il Mattino)