Bologna-Napoli: la scorsa settimana i partenopei sono stati eliminati dalla coppa Italia dopo la pesante sconfitta interna contro la Fiorentina.
Si è giocata ieri pomeriggio allo stadio “Renato Dall’Ara” alle 18.30 Bologna-Napoli, uno dei tre posticipi del “monday night” validi per la 22° giornata del campionato di Serie A. Una partita che ha visto i ragazzi di Luciano Spalletti imporsi col punteggio di 2-0 grazie alla doppietta di Lozano.
Ecco i principali spunti del match:
- La questione meridionale: il punto non è strettamente legato all’arbitraggio di Bologna-Napoli, ma vorrei parlare di tre arbitri del Sud Ayroldi-Pezzuto-Giua che da anni stanno facendo dei disastri e senza un perchè continuano a scalare posizioni. Non tornerò sulla partita di Coppa Italia perchè si è trattato di un arbitraggio di livello bassissimo che ha danneggiato entrambe le parti, ma il fatto che l’AIA (che ad esempio ieri ha mortificato Serra per uno sfortunato errore contro il Milan) continui a insistere su questi pessimi fischietti alimenta cattivissimi pensieri. Sembra di rivivere le scene del celeberrimo film di Checco Zalone in cui il protagonista chiedeva continuamente aiuto al Senatore che lo aveva raccomandato per non perdere il posto fisso. Insomma verrebbe da chiedere a Rocchi e Trentalange con questi tre “QUO VADO?”
- Gli epurati: giovedì sera dopo la sconfitta contro la Fiorentina sui social si era scatenata da una parte dei tifosi una vera e propria “caccia al colpevole” e i principali indiziati erano due, ovvero Hirving Lozano e Fabian Ruiz. Eppure pronti via e Spalletti decide di schierare i due epurati da titolari ed entrambi i ragazzi risultano decisivi, infatti il messicano si regala una doppietta (nelle ultime diciannove partite aveva siglato appena un gol), mentre lo spagnolo sforna un assist al bacio e colpisce un clamoroso legno (e siamo a quindici in stagione). Troveranno sempre di più la condizione questi due ragazzi e saranno due pedine preziosissime con buona pace dei criticoni.
- Capitan futuro: per chi non se ne fosse accorto l’anima di questo Napoli ha un nome e cognome Piotr Zielinski. Mentre a Napoli ci si concentrava fin troppo sulla vicenda Insigne, invece il numero 20 polacco si è preso la leadership della squadra superando alcuni difetti che in passato lo avevano limitato dal diventare un calciatore eccezionale. Negli scorsi anni infatti veniva accusato di poca partecipazione al gioco e invece da tre mesi è ormai un perno centrale nella costruzione del gioco, persino l’ammonizione per non far ripartire gli avversari a inizio ripresa è, a mio avviso, un bel segnale di personalità e grinta. Condottiero vero, lui che è partito da solo in treno lunedì mattina e che dopo otto giorni di isolamento ha visto i compagni solo tre ore prima del match, questo ragazzo sembra ogni giorno guadagnarsi un pezzettino di fascia e diventar capitan futuro.
- I poco svegli: vedere un ragazzo con le qualità di Elmas alla sua età girovagare per il campo senza avere una meta mi fa arrabbiare tantissimo. E’ cresciuto molto in questa stagione il macedone, sicuramente aiutato dall’essere schierato sempre più spesso da esterno alto a sinistra e non in dodici ruoli diversi, e anche ieri ha sfornato l’assist decisivo nell’azione dell’1-0 di Lozano. Ma non può bastare perchè è necessario che impari ad alzare la testa con la palla e a dialogare coi compagni se vorrà ritagliarsi un ruolo ancora più importante in questa squadra. Non da meno, negli ultimi venti minuti quando entrato Politano è stato anonimo e impalpabile sia in fase di copertura che nelle ripartenze offensive. A mio avviso il buon Matteo, il cui valore non si discute, ha eguagliato la pessima prova sempre in Emilia contro il Sassuolo quando subentrò senza beccarne nemmeno mezza e il Napoli si fece rimontare il doppio vantaggio. Nessun processo contro nessuno sia ben chiaro, ma è necessario che ci sia il contributo di tutti.
- I sassi di Luciano: senza troppi giri di parole pochi minuti dopo il triplice fischio di Bologna-Napoli il tecnico dei partenopei ha lanciato degli avvertimenti ai suoi uomini per la brutta gestione del finale sul 2-0. Le sue dichiarazione meritano una riflessione profonda così come l’atteggiamento della squadra nel finale col coach che a mio avviso ha la sua buona fetta di responsabilità. Innanzitutto dopo 120 minuti di fatiche appena settantadue ore prima e avendo recuperato un numero minimo di panchinari, alcuni cambi (Demme in primis che sempre più sta avvicinandosi alla sua miglior condizione) andavano anticipati per evitare di andare in affanno. Inoltre quando Spalletti dice che la squadra non ha le caratteristiche per difendersi buttando via la palla, mi sorge il dubbio che il gruppo possa disattendere le sue indicazioni. Le prime sette otto giornate mi avevano entusiasmato proprio per la capacità di saper far girare il pallone senza dare la possibilità agli avversari di rendersi quasi mai pericolosi. Detto questo, non va assolutamente sminuita la vittoria su un campo comunque ostico, perchè gli azzurri con l’asse di centrocampo Lobotka-Ruiz-Zielinski hanno palleggiato alla grandissima fin quando le energie lo hanno permesso. Ora è già tempo di pensare al derby e chissà che dopo la sosta non rientri l’unico davvero insostituibile (insieme a Zielinski) in questa squadra, ovvero il Comandante.
Articolo a cura di Marco Lepore