Quattro partite saltate, uno spettacolo desolante. Squadre fermate dalle ASL ed avversari che aspettano in campo. «È il primo problema da risolvere: bisogna definire i rapporti con le ASL, capire chi e quando deve decidere sul nostro calcio» le parole di Damiano Tommasi – ex numero uno dell’Assocalciatori e Consigliere Federale – che prova a intravedere le soluzioni al problema.
Calcio e covid ci risiamo? «Sì, ma il problema non è solo del calcio, quanto di tutto il Paese. Siamo di nuovo in affanno e nel calcio la coperta è corta».
L’ultimo turno può essere solo l’inizio? «Nelle ultime ore il Governo – non solo quello del calcio – si è mosso, nuove normative entreranno in vigore nei prossimi giorni e saranno ancora più stringenti. Il problema della Federcalcio è il calendario: troppe partite, poche date, questo porterebbe tutti a delle riflessioni».
Cosa si aspetta dall’Assocalciatori? «Sicuramente qualcosa verrà fatto nelle prossime settimane ma il problema è altrove. Il calcio italiano deve decidere il suo rapporto con le ASL e quale sia la linea comune da adottare per coordinare tutte le forze in campo. In altri Paesi come Inghilterra e Germania ci sono riusciti più facilmente, ora serve farlo anche in Italia».
Sarebbe più giusto fermarsi? «Quello non sta a me deciderlo. Ma vi posso assicurare che quando questa pandemia è scoppiata, due anni fa, è stata dura decidere di fermarsi. Bloccare i campionati e rimandare l’Europeo furono decisioni sofferte per tutti».
Quindi il campionato deve andare avanti. «È una valutazione che andrà fatta con i calendari alla mano. Sicuramente una decisione dev’essere presa a gennaio: in questo momento non ci sono impegni internazionali per i club, a febbraio la situazione sarà ancora più complessa».
Cosa pensa delle parole di Sarri? «Ha chiesto chiarezza, ma il calcio in questo momento deve adeguarsi e seguire il Paese. Ci sono anche altre priorità: da lunedì le nuove norme coinvolgeranno tutti. Gli esperti devono darci delle indicazioni, non è possibile rivivere la stessa situazione dell’ultimo turno. Se a poche ore dalle partite tutto è ancora incerto, il disagio e l’incertezza saranno insostenibili».
G. Arpaia. (Il Mattino)