ASL Napoli due – Un provvedimento della suo dipartimento di prevenzione ha lasciato in bilico Juventus-Napoli. Ed ancora oggi si discute se Rrahmani, Zielinski e Lobotka potessero giocare Juve-Napoli. Antonio D’Amore, però, direttore della Asl Napoli 2 non è il tipo che si sottrae.
Direttore, per sgomberare campo dagli equivoci, lei per chi tifa? «Napoli, senza se e senza ma. Devo dire che in infanzia ero attratto dalla Juventus degli Scirea, era una Juve diversa»
Questa che Juventus è? «Non me lo lasci dire (ride, ndr)».
Torniamo a Zielinski, Lobotka e Rrahmani. Secondo lei viste le regole dell’isolamento in vigore i tre potevano giocare domenica sera contro la Juventus?«Saranno stati attenti a rispettare tutte le norme, sia quelle sanitarie che quelle del protocollo. Se cioè non hanno avuto contatti esterni. Quindi penso proprio di sì».
E ora si possono allenare?«Allo stato attuale, si. Secondo il protocollo Figc, osservano l’isolamento e possono allenarsi. Attraverso il nostro dipartimento di prevenzione, abbiamo chiesto al Napoli se sono osservate le norme di isolamento prescritte. Il club ha già risposto, elencando le azioni messe in campo per fare in modo che ci sia un’osservanza strettissima delle regole. I tre calciatori, domenica, faranno il tampone: se saranno negativi saranno sciolti dal vincolo dell’isolamento».
Ci saranno provvedimenti amministrativi per i tre calciatori? «Saranno fatte delle valutazioni dal dipartimento di prevenzione dopo la relazione del Napoli».
Ci sono state tante polemiche dopo i provvedimenti presi dalla sua Asl? «Stiamo parlando di professionisti che, da due anni, sono alle prese con qualcosa di imprevedibile, di gente che non conosce un giorno di riposo da due anni. Sentire che sono stati attaccati solo per mettere in campo la legge fa veramente male».
Cosa l’ha colpita particolarmente? «Le dichiarazioni di Marotta mi hanno lasciato un profondo dispiacere. Non si è considerato il lavoro e l’impegno di queste persone in tutta Italia. Mi libererei volentieri delle questioni calcio. Il nostro dipartimento, mentre dialogava col Napoli, era alle prese con un contact tracing di 3000 persone. Vorrei che questo Marotta lo sapesse».
C’è una soluzione per evitare accumuli di lavoro ed altre polemiche? «Non dobbiamo considerare i calciatori come cittadini con diritti superiori ad altri. Dobbiamo avere un tavolo con le autorità che parlino chiaro: una task force con membri provenienti dei ministeri competenti, delle regioni e delle Asl che si dedichino alla Serie A sarebbe la soluzione ideale. Ma se devo leggere un protocollo che prevede che si giochi con 13 calciatori, primavera compresi, senza badare ai contagi, anche una task force non serve a nulla».
M. giordano (Il Mattino)