Il Napoli, tra mille difficoltà, ha pareggiato all’Allianz Stadium contro la Juventus, mostrando carattere e personalità. Nella prima frazione, se si esclude il colpo di testa di McKennie, i padroni di casa hanno fatto fatica a creare occasioni. Gli azzurri iniziano ad aggredire e passano in vantaggio, lancio di Insigne, sponda di Politano e Mertens batte in diagonale Szesczny. Zielinski mette alla prova il connazionale che devia in angolo. Nella ripresa arriva il pari dei bianconeri con il tiro di Chiesa, leggermente deviato da Lobotka che supera Ospina. Nel finale i partenopei chiedono il rigore per il fallo su Di Lorenzo, ma alla fine un punto che vale davvero tanto. Secondo il CdS premia l’esperienza di Ghoulam, non sufficiente solo Zielinski.
Spalletti (all.) 7 – Attraverso Domenichini (che sta in panchina) fa d’una squadra di reduci un mini-esercito di combattenti che non stanno solo in trincea. Il cuore, certo, ma anche l’organizzazione di una squadra che sa cosa vuole.
Ospina 6 – Si dovrebbe fare il segno della croce (4’) sul colpo di testa di McKennie, ma forse ringrazia a modo suo, silenziosamente. Poi esce ovunque, su chiunque, perché prevenire è sempre meglio che curare e su Dybala sistema i guantoni.
Di Lorenzo 6,5 – Impazzisce sulle veroniche di Chiesa ma resiste, impavido, e poi si toglie pure il mantello e se ne va, costringendo la Juventus ad inseguirlo. Non avendo il diavolo di fronte a sé, nella ripresa si prende i propri livelli.
Rrahmani 7 – Di fisico, d’anticipo, con quella che dalla sue parti – quelle nelle quali vive – si chiama «cazzimma». Non è una cattiva parola, è un modo di essere se di fronte hai Morata e se poi arriva Dybala, se Chiesa viene dentro..
Juan Jesus 6,5 – Con le maniere forti, subito, poi tenendo la linea, osservandola per rispettare le distanze. Nè un passo avanti e né uno dietro. Unica concessione, la punizione proprio quando la partita è finita. Un neo praticamente invisibile.
Ghoulam 6,5 – I 14 minuti stagionali emergono in fase d’avvio ma l’esperienza avrà pure un peso: esiste, perché c’è un passato e tanta ma tanta buona volontà per prendersela con la sorte. Può starci ancora, nonostante quattro interventi chirurgici in altrettante stagioni.
Demme 6,5 – Va su McKennie o su chi capiti nella propria zona di competenza, non molla un pallone se non gli viene sradicato di (pre)potenza.
Lobotka 7 – Ha capacità atletiche e fisiche quasi sconosciute e pure nel palleggio ci sa fare. Si oppone a Rabiot dopo essere andato a pressare sulle uscite bianconere. Ha sempre la giocata e la deviazione sul pari non è una colpa.
Zanoli (46’ st) sv – Per arricchire la zona bassa.
Politano 6,5 – Sporca l’area, sul pallone che Insigne gli offre come da copione, e tiene Alex Sandro affinché non possa nulla sullo scarico per Mertens. Poi è una vibrazione perenne.
Elmas (32’ st) sv – Non entra in quello spicchio di partita, anche perché l’ultimo tampone processato è stato il suo. La testa forse era un po’ altrove e ci sta.
Zielinski 5,5 – Alzati e corri – camminare non basta – e per assecondare il secondo mistero della madre di tutte le partite, lui esce dalla quarantena e sta tra le linee, l’ombra di Locatelli ma riferimento per far ondeggiare il Napoli. Si spegne nella ripresa.
L. Insigne 7 – Come un regista laterale, che però poi va nel mezzo per disegnare parabole dolcissime con le quali arrivare Politano. Guardarlo, nelle movenze e nella interpretazione, già lascia un retrogusto d’amara malinconia pensando che ci sarà un 30 giugno.
Mertens 6,5 – La sua mattonella, una delle tante, ha bisogno della coordinazione, della postura, della capacità di calcio, della potenza: è un mix che si concentra in quell’istante in cui San Ciro entra in scena fino alle pause.
Petagna (44’ st) sv – Nei minuti finali servono i suoi centimetri nelle due aree e lui sta anche per questo là.
A. Giordano (Cds)