Certo, i contagi volano. Nel calcio come nella vita di ogni giorno. Ma se qualche presidente voleva spostare la ripresa della serie A doveva uscire allo scoperto, non certo brontolare a bassa voce. Nessuna proposta, nessun ordine del giorno: e la Lega ha deciso che non era neppure il caso di discuterne. Poi, nel caso, sarà qualche Asl a fermare tutto, perché il rischio di qualche focolaio che possa esplodere nelle prossime ore nei vari spogliatoi d’Italia è concreto, visto il dilagare della variante. Ma il calcio se ne lava le mani. Sono una cinquantina, circa, i positivi in serie A. Ad essere più colpita, al momento, la Salernitana con ben 7 positivi nel gruppo squadra, tra cui 6 giocatori. Le uniche squadre che non hanno annunciato casi di positività sono Lazio, Milan e Udinese. Tra i più illustri ammalati Chellini, Dzeko, Osimhen, Lozano, Arthur e tra gli allenatori Shevchenko, più vari ed eventuali, alcuni anonimi per motivi di privacy. Si ricomincia col calendario asimettrico. D’altronde, Juventus e Inter chiedevano il rinvio della Supercoppa non certo per timore di cluster o di focolai ma solo per la decisione del governo Draghi di ridurre la capienza degli stadi dal 75% al 50%. Nerazzurri e bianconeri, a due settimane dalla partita, avevano bloccato la vendita dei biglietti manifestando perplessità sulla distribuzione dei posti per i tifosi. E del minor ricavo. Ma impossibile giocare a fine anno. Non avrebbe avuto senso. La decisione è stata presa all’unanimità dai quattro consiglieri: Tommaso Giulini (Cagliari), Luca Percassi (Atalanta), Paolo Scaroni (Milan) e Maurizio Setti (Verona). Hanno assistito alla discussione il presidente della Lega di A Paolo Dal Pino e, come uditori, i consiglieri federali Beppe Marotta (Inter) e Claudio Lotito (Lazio). Dal 10 gennaio, chi non è vaccinato: resta una pattuglia di 28 non vaccinati in serie A. Da ieri ce ne sta uno in meno. È Sansone (Bologna) che si è sfogato così: «Viviamo in un mondo di m… in cui i diritti umani non contano un c…! Non esiste più la libertà di scelta», ha scritto, con implicito – seppur non dichiarato apertamente – riferimento al vaccino.
Fonte: P. Taormina (Il Mattino)