La matematica non è un’opinione, si sa, e invece le opinioni non sono matematiche: è così che vanno la vita e anche il caffè quotidiano di ogni bar dello sport che si rispetti. Agitatissimo, quello di Napoli; in fermento sin da quando il Toronto e l’entourage di Insigne sono usciti allo scoperto a un paio di giorni appena – oggi uno – dall’acquisizione dello status di parametro zero. Il 7 novembre, mentre Lorenzo giocava con il Verona al Maradona, il suo manager Vincenzo Pisacane era proprio in America, magari in Canada a parlare ancora della possibilità di un trasferimento del capitano azzurro in Mls, dopo un primo incontro andato in scena in città a ottobre con il vicepresidente della lega statunitense-canadese, Lino Di Cuollo. La versione ufficiale fu: colazione di lavoro per investimenti immobiliari negli States. Poi, nonostante le smentite sparate a raffica come palle da baseball più che di soccer, la realtà è venuta fuori prepotente: il Toronto vuole Insigne e gli offre un bel po’ di dollari per convincerlo a lasciare Napoli, l’Italia, l’Europa e la Champions nonché a mettere a rischio la sua carriera in Nazionale così com’è accaduto a Giovinco (che lo ha avvertito, di parere contrario Nocerino)). In totale, e in euro: 28,5 milioni in cinque anni, pari a 5,7 milioni a stagione fino al 2027 (più eventuali bonus ulteriori e benefit); più o meno quello che è riuscito a guadagnare con il Napoli in dieci anni: 30,15 milioni. Un bel colpo rispetto alla proposta di rinnovo di De Laurentiis: quadriennale da 3,5 milioni annui. Ma non un tiraggiro considerando che lui, per firmare, ha chiesto 5 milioni. Il medesimo stipendio attuale; 700mila euro meno della base fissa di Toronto.
Fonte: F. Mandarini (Cds)