Tra sogni e realtà: il 21 dicembre Osimhen si è autoproclamato disponibile per la Coppa d’Africa che per la Nigeria comincerà l’11 gennaio con l’Egitto, e a seguire anche pronto a sfidare la Juve il 6 gennaio in campionato. «Victor sarebbe molto contento di giocare e vincere a Torino, per poi rappresentare la Nigeria in Coppa. Non avrebbe alcun problema», ha detto ieri Oma Akatugba, membro del suo entourage allargato, ai microfoni di Radio Marte. A dispetto del suo coraggio e di una classica spregiudicatezza giovanile, però, Osi dovrà innanzitutto fare i conti con i medici e con Spalletti. Nell’ordine: ad oggi sono trascorsi 35 giorni da un intervento al viso di estrema delicatezza, concluso con una prognosi di tre mesi, e venerdì sarà sottoposto a una nuova Tac intermedia di controllo; tra l’altro, per vederlo in campo allo Stadium bisognerebbe attendere la valutazione del signor Luciano: ma questa è un’altra storia.
«Se non farà la Tac, non potremo sciogliere la prognosi»,
dice il dottor Gianpaolo Tartaro detto Poppy, campione d’Italia di pallanuoto con la gloriosa Canottieri Napoli nel 1990. «Le fratture ridotte devono consolidarsi: ripeto, per la formazione del callo osseo bisogna attendere due o tre mesi a meno di un miracolo biologico natalizio: ma la biologia non è tifosa». Note a margine: il calciatore ha rischiato di perdere l’occhio sinistro; se il callo osseo non risulterà ben consolidato potrebbe rimediare anche un’emorragia, oltre a una nuova frattura e a un nuovo intervento. Fonte: C dS