Roberto Perrone (Giornalista Cds):
“Uno spettro si aggira per l’Europa (del calcio): è la Coppa d’Africa. Ed i club (non proletari) europei e quelli italiani, per quello che ci riguarda, sono uniti nel disappunto per dover lasciar partire i giocatori verso il Camerun. Per almeno un mese (9 gennaio-6 febbraio). Loro sperano meno. Più che Coppa d’Africa è Mal d’Africa. Ma totalmente privato della sua connotazione sentimentale-nostalgica. La questione Coppa d’Africa è complessa e va presa da diverse prospettive. Innanzitutto, chi è senza competizione scagli la prima pietra. Ci siamo battuti, e questo giornale più di altri, per riprendere a far rotolare il pallone in fretta, dopo il primo lockdown. Per difenderlo, nel secondo. Anche con le porte chiuse e con i problemi di tamponi. Con le feste non autorizzate. Con i giocatori in libera uscita. Le polemiche e le Asl (o come si chiamano). Perché far ricominciare. Per far continuare lo sport più amato dai popoli, sarebbe stato un segnale importante per tutti. Nel 2021 abbiamo assistito all’Europeo di calcio e all’Olimpiade. Per dire degli avvenimenti più importanti. Abbiamo rivisto la gente negli stadi, nei palazzetti, nelle piscine, assiepati lungo i circuiti dei gran premi di Formula 1. Mettere in discussione la Coppa d’Africa, dunque, potrebbe sembrare contraddittorio. Però, a differenza degli altri due grandi tornei calcistici continentali, l’Europeo e la Coppa America, disputati nel 2021, la Coppa d’Africa tronca in due la stagione. E danneggia pesantemente le squadre, più delle altre manifestazioni. Se n’è accorto pure il presidente della Fifa Gianni Infantino: «Il torneo è diventato un problema. Perché molti giocatori africani sono in grandi club. Che li perdono in un momento clou della stagione». A parte il fatto che anche i club meno grandi non è che sprizzino felicità da tutti i pori, nel veder partire i loro calciatori a metà dell’anno sociale, Infantino dimentica che nel 2022, per scelta della sua organizzazione, la Coppa del Mondo di calcio per la prima volta si giocherà in Qatar. Tra novembre e dicembre. Non nel solito giugno-luglio. Quindi, in fatto di momento clou siamo lì. Insomma, bisognerebbe pensare alla trave nel proprio occhio. E dare l’esempio. Nel caso della Coppa d’Africa 2022, infine, c’è da tener presente una variante. Anzi le varianti del Covid. Anche per responsabilità dell’Occidente, nella gestione del vaccino. Solo l’1,6 per cento della popolazione africana lo ha ricevuto. Se la situazione è grave in Europa, figuriamoci in Africa. Una faccenda complessa. Con più punti vista da considerare. Ma, alla fine, a pagare sono i club. In Italia, il Napoli è il più colpito per numero/qualità. Perde Koulibaly, Anguissa e Osimhen, oltre a Ounas. Cioè i tre uomini migliori per reparto. Osimhen, poi, parte dopo la delicata operazione al volto. Seguono il Milan e la Roma, con tre. Ma le assenze rossonere, con Kessie e Bennacer, sono più pesanti. Napoli e Milan sono in corsa per lo scudetto. Ed il Mal d’Africa rischia veramente di colpirle in un passaggio cruciale. Questo resta”.