Il Global Summit virtuale della Fifa ha avuto una sola grande protagonista: la proposta di disputare il Mondiale ogni due anni. Per convincere i contrari si parla di un fatturato aggiuntivo di 4,4 miliardi di dollari sin dal primo ciclo quadriennale, con una media di 25 milioni di dollari (rispetto ai 6 attuali) da ripartire per ogni singola federazione; un aumento del Pil da 180 miliardi di dollari in 16 anni e due milioni di posti di lavoro a tempo pieno. «Non cerchiamo lo scontro bensì una soluzione per il bene comune», ha esordito Infantino in conferenza, con al suo fianco il braccio destro Arsène Wenger: «L’opposizione al Mondiale ogni due anni è un preconcetto, non si lega ad analisi serie e attendibili. Bisogna dare a tutti le stesse possibilità, ripensare a un calendario internazionale più sostenibile e garantire ai calciatori un periodo di riposo obbligatorio».
Infantino ne ha anche per i detrattori: «Il Mondiale è prestigioso non per la sua frequenza, bensì per la qualità e l’impatto che può avere su quattro miliardi di persone. Se la torta si ingrandisce, ci sono più fette per tutti. Un grafico mostra come il 70 per cento degli introiti vada alle nazionali europee e solo il 30 per cento al resto del mondo. Con la nostra proposta, queste percentuali diventerebbero 60 e 40». La proposta rimane sul tavolo, l’appuntamento è al prossimo round.
CdS